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Dopo essere state emarginate dallo sviluppo industriale o invase dalla crescita fisica degli insediamenti urbani, oggi le aree agricole sono ovunque riscoperte come risorsa preziosa per l’equilibrio economico e per la protezione dell’ambiente, come spazio abitabile e come matrice storica di ciascuna comunità locale. Nell’ampio panorama di proposte, esperienze e studi sull’argomento, il volume presenta un approccio originale al problema: un gruppo di urbanisti suggerisce un metodo di lettura del territorio agricolo che, pur utilizzando strumenti di indagine relativamente semplici, consente di ricostruire efficacemente la complessità di questo sistema produttivo, insediativo e ambientale. Carlo Monti esamina gli antefatti, e cioè i modi tradizionali di analisi e pianificazione, e conduce il lettore alla presentazione del metodo proposto, ricostruendo l’affascinante itinerario seguito dagli storici, dai geografi e dagli studiosi delle scienze fisiche per giungere ad una convergenza interdisciplinare. Gabriele Riguzzi presenta l’esperienza compiuta su alcune aree e i risultati ottenuti. Alberto Pratelli, esaminando le ragioni dell’attuale carenza di capacità progettuale, richiama gli splendidi esempi di architettura rurale e di organizzazione degli spazi produttivi elaborati nel passato, e le antiche regole che determinavano il disegno dell’ambiente extraurbano. Piero Secondini indica invece le prospettive aperte dall’uso delle più sofisticate tecniche di rilevamento e codificazione per la costruzione di un sistema informativo sulle risorse territoriali. Vengono infine accennate le possibilità di applicazione del metodo proposto a caste aree regionali.
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