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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
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Questo è un libro che si legge a morsi, come la vita va azzannato e ferisce ai polsi. C’è la violenza, la solitudine, la ricerca dell’amore, di una figura solida cui appoggiarsi. E ci sono le foglie morte e la carne secca, le fette di sole e altre immagini forti a squarciare le giornate di Catena nel bosco. Mi domandavo cosa può fare un personaggio per così tante pagine in una capanna da sola. Bene, può vivere cento vite attraverso i suoi libri e nemmeno una sola, può essere reietta, violentata, assistere al parto di un bambino nato morto e provare a salvarlo. Succede tantissimo in questo romanzo, soprattutto cose brutte e crudeli, raccontate con la ferma e delicata mano di Carmela Scotti che scrive bene e ti fa entrare nella mente di Catena. Che è prigioniera, come già scritto nel suo nome, in una Sicilia ancestrale. Ed è ammanettata al passato, anche se ha tutto un bosco intorno, perché sa che è soltanto questione di tempo e la prenderanno. Non resta che sfogliare un atlante, ricordare i giorni felici con suo padre e sognare le stelle. E poi, per contrappasso o per vendetta del cielo, le verrà chiesto di guarire la peste con quelle sue stesse arti di mavara che l’avevano condannata all’esilio nel bosco.
Questo , secondo me,e' un libro sottovalutato. Scritto benissimo, sicuramente di grande talento l'autrice, e' la storia molto disgraziata di una ragazzina alla fine dell'800. E' un libro cupo, opprimente, ogni capitolo aggiunge disgrazia a disgrazia, terribili le descrizioni dei trattamenti nelle carceri, nessuna luce nella vita di questa ragazza, nessun aiuto , nessun appoggio: Eppure il suo coraggio, la sua determinazione, lasceranno un messaggio di grande speranza. Insolito come racconto, ma molto bello e ben scritto
Carmela Scotti, in modo accattivante, intriga il lettore sin dalle prime righe. Coinvolge a leggere sempre di più sulla vita travagliata della protagonista, toccata da un’infanzia infelice dovuta alla repulsione della madre nei suoi confronti e ne trasmette le emozioni di solitudine e angoscia; il lettore si sente pervaso dalle stesse emozioni provando quasi impotenza per l'impossibilita di poterla aiutare e rivedendosi in lei al ripensare ai personali momenti di solitudine.
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