Uno dei libri più imbarazzanti mai letti, che sembra partire con la vaga idea di suggestionare il lettore e finisce con il suocero che insegue la nuora rimasta vedova per tutta la casa al suon di "Orsù, concepiamo un erede!" - "Ma anche no!". Personaggi ridicoli e stereotipati, e scenette sceme da far piangere, se non da far dimenticare anche di che parla la storia.
Il castello di Otranto
Si suppone che gli avvenimenti si svolgano nel Duecento. Manfredo, signore di Otranto, nipote dell'usurpatore del regno che ha avvelenato Alfonso, il lettimo sovrano, vive sotto l'incubo di una profezia, secondo cui la stirpe dell'usurpatore continuerà a regnare, finché il legittimo sovrano non sia divenuto troppo grosso per abitare il castello e finché discendenti maschi dell'usurpatore lo occupino. Quando la profezia sembra avverarsi, Manfredo atterrito confessa il modo dell'usurpazione e si ritira in un monastero con la moglie. Il romanzo fu pubblicato nel 1764 e, nella prima edizione, era descritto come una versione dall'italiano.
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Anno edizione:2007
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Formato:Tascabile
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