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Anno edizione: 2021
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Storia di un’investigazione, di una presa di coscienza, di un percorso di scoperta e ribellione che conducono a un finale a sorpresa, Chi ha ucciso Sarah? è un romanzo esemplare dell’opera di Andrej Longo, un giallo morale e psicologico, teso, spiazzante, costantemente proteso in una ricerca che è allo stesso tempo umana e letteraria.
Napoli, una giornata di caldo asfissiante. Un quartiere residenziale, Posillipo, un palazzo antico, elegante, ben abitato. Eppure nell’androne «era così scuro che non si vedeva niente. Metteva pure un poco di paura». È qui che un giovane poliziotto di pattuglia trova il cadavere di una ragazza, Sarah, il corpo riverso, una ferita sulla fronte. «Con una mano ho provato a chiuderle gli occhi, ma continuavano ad aprirsi»: sono occhi che lo ossessiona-no, che pretendono una spiegazione per una morte incomprensibile. L’agente Acanfora viene dalla periferia, è abituato alla criminalità, ma questa volta la violenza è arrivata nelle strade dei ricchi. Che cosa c’entra Sarah, una ragazza senza problemi e senza vizi, con un delitto come quello? L’indagine è condotta dal commissario Santagata, un funzionario esperto ma difficile da inquadrare. Un uomo solitario che non si lascia sviare dalle pressioni. E così per l’agente Acanfora e il commissario Santagata gli interrogatori, le ricerche, le ipotesi, l’indagine intera sul passato della ragazza, attraverso quel mondo luminoso abitato da professionisti e gente distinta, diventa un viaggio in una palude di oscurità, in un’indifferenza cattiva e colpevole. «All’improvviso la città si era svegliata dal sonno, ma ho pensato che invece di fare giorno, continuava sempre a essere notte». Storia di un’investigazione, di una presa di coscienza, di un percorso di scoperta e ribellione che conducono a un finale a sorpresa, Chi ha ucciso Sarah? è un romanzo esemplare dell’opera di Andrej Longo, un giallo morale e psicologico, teso, spiazzante, costantemente proteso in una ricerca che è allo stesso tempo umana e letteraria.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ammetto che il libro è scorrevole e si legge in una serata, e sparsa tra le pagine c'è una Napoli un po' folcloristica con la gente che fa ammuina, Posillipo, il mare, mi ha fatto venire voglia di tornarci. Però la storia non mi è piaciut. Scrivere in dialetto che c'è gente che si fa gli affari suoi e non pensa a soccorrere il prossimo non basta per fare un buon libro.
I casi della cronaca quotidiana non mancano mai di incuterci nell’animo il timore “dell’altro”. Che “altro” sia poi l’extracomunitario o il vicino di casa poco importa, se non ai fini politici. Più il Mondo si ricopre di persone e più gli individui tendono ad avere paura di chi gli sta accanto. Mentre una volta il cortile ed il quartiere erano posti frequentati da comunità ora gli stessi luoghi sono frequentati da singoli o da famiglie che non hanno nessuna voglia di andare oltre la conoscenza superficiale di chi frequenta le stesse scale del condominio. Questa forma di vivere a blocchi compartimentati non fa che accrescere il timore per l’altro, la paura che questo possa essere una minaccia concreta. Questa diffidenza profonda ingenera una chiusura nei confronti degli altri che, troppo spesso, ci spinge fino al non rispondere a richieste di aiuto rivolteci da persone sconosciute. Quest’ultimo atteggiamento è indagato magistralmente da Andrej Longo in “Chi ha ucciso Sarah?”, edito da Adelphi. L’atmosfera che pervade il romanzo è quella del giallo classico ma la conclusione è una chiusura sociologica, che ci induce a riflettere sul silenzio che pervade le coscienze di fronte alla morte inspiegabile di una giovane donna. Un romanzo che usa il genere noir per dispiegare un volo sulla nostra condizione di “essere civili”; un romanzo come nella migliore tradizione della letteratura italiana.
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