Finito con molte difficoltà. Libro stucchevole, noioso, banale e ripetitivo.
Non parlare con la bocca piena
Un esordio frizzante e di grande successo, una commedia sentimentale e di formazione, un romanzo sospeso tra ironia ed emozioni che parla con saggezza di tolleranza, amore e amicizia.
«Un romanzo talmente ricco di personaggi, di spunti, di aneddoti, di dettagli, di vie di fuga... Più che un romanzo è un universo, come quello di Alice nel paese delle meraviglie.» - Aldo Cazzullo, Io Donna
Chiara ha appena lasciato Federico e ora il dolore le morde il cuore. Anche le donne agguerrite e indipendenti come lei soffrono. Si ritrova quindi a suonare il citofono dei suoi due papà, Angelo e Giancarlo, e a trascinare su per le scale i due trolley: nella sua vecchia casa Chiara ritrova tutto com’era: la cameretta rosa da principessa, l’albero di Natale acceso a ogni stagione, le riviste anni Novanta, gli amici di famiglia chiassosi e colorati e, naturalmente, la matura armonia del cuore fra i suoi genitori. Una scuola d’amore in piena attività, che ha superato tante prove e sconfitto pregiudizi, e che ha ancora tanto da insegnarle nei modi meno convenzionali possibili.
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2018
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Silvietta 27 dicembre 2021
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massimo bisi 29 novembre 2018
Il Libro che non t'aspetti. Non conoscevo la Francini, se non come attrice. Devo dire che mi ha stupito per il suo modo, molto particolare, di raccontare e scrivere. Un libro simpatico, strano e interessante.
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La curiosità mi ha fatto acquistare questo libro; . la stessa, mi ha fatto prendere il dizionario per capire il significato di termini ricercati e appassionarmi alle vicende della protagonista Chiara. Le Supreme sono divine, sembrava di esserci ai pranzi della domenica, agli spettacoli a teatro, alla Balera musica e cucina ad osservare i coniugi Raucci nella loro rumba quarantennale, a mangiare alici fritte, nel ballo/abbraccio di Federico, Chiara e Angelo. Ho pianto nell'apprensione di Chiara per babbo Giancarlo, ho sentito il tonfo di ossa e pavimento come risposta alla battuta pane fritto, ho visto la scena del funerale con la bara portata a spalla dalle Supreme, da Chiara, da Angelo. Federico, Luigi, Emanuele con il loro gomitolo di elastici, le converse per ogni occasione, i messaggi intelligenti e garbati, ma la dichiarazione di Federico è sublime. Gimmy il troione, MaraElena, Zia Gertrude: personaggi simboli di ciò che manca, di ciò che si conserva e cresce nel tempo a bordo di una clio rossa, di una zia mamma non concessa dalla natura. La famiglia è ciò che viene descritto: chi ti cresce, chi ti accoglie col suo modo sempre e comunque, chi ti lascia andare, chi sembra ti dia le spalle ma sta solo preparandoti per un affetto rinnovato e mai scontato. La famiglia non ha vincoli sessuali, ha legami di amore che trascendono il genere: le galatine, ne sono l'emblema. Grazie per questo romanzo: vero, ricercato, divertente, emozionante come un diciottoetrenta tinto di arancione con le gambe penzoloni sul lungotevere.
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