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Bellissimo. Un libro toccante, umano. Una storia che apre le porte al grande dilemma dell'amore: amore responsabile o amore appassionante. Una scelta difficile che fa pensare ma anche piangere. Lo consiglio a uomini e donne perchè non è solo una storia di e per donne. Le figure di Gavriel e di Joseph sono vere, due caratteri agli antipodi per i quali è difficile parteggiare o opporsi ma nei quali un uomo facilmente si identifica.
Un romanzo che si beve tutto d'un fiato, con una scrittura che è insieme un galoppo narrativo, un'abile descrizione di luoghi e atmosfere, una delicata poesia... Ti catapulta indietro all'origine della storia e in avanti nella nostra contemporaneità tenendoti sempre in perfetto equilibrio, perchè i temi trattati sono eterni, come la figura emblematica di Miryam che è stata presa come simbolo della natura femminile più verace. Eva R.
Questo romanzo è “un omaggio all’essere donna…".Un elogio alle donne tratteggiato con pennellate vive impastate di passioni forti, ribellioni e amori, vissuti anche nella bellezza del corpo che spontaneamente all’amore si apre. La vicenda di Miryam è la storia laica e profana della vita di Maria e del concepimento di Gesù. Una ricostruzione letteraria (...)Miryam è la controfigura reale dell’icona eterea della Madonna della tradizione religiosa cattolica. E’ una giovane donna di spiccata sensibilità esistenziale, che non senza paura sfida le convenzioni e le regole imposte dalla cultura patriarcale dell’epoca(..)che vive il suo amore per il nomade Gavri’el, un ragazzo bellissimo, come un angelo(...) I pensieri di Miryam sono quelli di una ragazza che scopre, in tutta la naturale forza della sua gioventù, l’amore e il desiderio, nella luminosa, pura e gioiosa bellezza che è quella propria del cuore che batte per l’altro e che l’altro brama (...) "Le mani che, con pensiero voluttuoso, (peccaminoso o leggittimo? – l’amore è peccaminoso?), pensiero che non potevo impedire si addensasse nel mio sangue, bramavo (...)tirandomi a sé e trattenendo tutta l’eccitante gioia che provavo a stare con lui”. Da questo amore deriva il concepimento naturale e illegittimo di un bambino, e quindi la difficile scelta che Maria compie per salvare sé stessa e suo figlio, nel contesto della società ebraica antica, con la complicità di Yosef (Giuseppe), l’uomo onesto, generoso e lucidamente razionale che le è destinato come marito. Yosef è un uomo oramai avanti nell’età, che ama in maniera stupefacente la giovane Miryam (...)Una scoperta complicità da far nascere in Maria, per questo suo anziano compagno, un nuovo e diverso amore, che non ha nulla a che fare con un sentimento irruento e sgorgato d’impeto, com’è stato quello provato per Gavri’el, quanto piuttosto: “un amore che si nutre dopo, col tempo, per chi ci ama incondizionatamente”.
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