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di CLAUDIO MARUZZI - claudiomaruzzi@mgtm.it La storia, come è noto, la scrivono, da sempre, i vincitori. La Bibbia non fa eccezione, essendo peraltro Il Libro per antonomasia, fondamento della tradizione giudaico-cristiana di cui è impregnato l’Occidente. L’amico e illustre Collega Domenico Carponi Schittar, con la consueta passione e profondità di analisi, sempre documentata, squaderna niente di meno che il “fascicolo” del primo processo della storia dell’Uomo, quello a Caino, il primo omicida della storia. Sembra un’impresa disperata, ma Carponi Schittar riesce a “revisionare” un verdetto incistato da millenni nelle coscienze, applicando le regole del “giusto processo” e ottenendo l’assoluzione dell’imputato Caino. Riesce nell’intento, dando il corretto significato ad alcuni passaggi degli antichi testi biblici, evidenziando incoerenze dovute a probabili manomissioni e tentando di offrire un possibile movente storico-etnologico allo scontro Abele Caino, offrendo concreti elementi per accreditare la tesi che Caino sia stato la vittima di una aggressione di Abele e che, sostanzialmente, lo abbia ucciso per legittima difesa, forse eccedendo colposamente nella reazione. Questa ricostruzione, accreditata anche in virtù della condanna all’esilio inflitta dal Signore, anzichè alla pena di morte, come prevedeva la regola ebraica del tempo per l’omicidio volontario, si sviluppa attraverso un incedere progressivamente intrigante, sullo sfondo di un conflitto per la sopravvivenza tra mondo agricolo e mondo pastorale, nel quale il coltivatore Caino abbia tentato di reagire all’invasione del nomadismo pastorale, rappresentato da Abele. Un libro prezioso e assolutamente originale
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