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Il filo che lega l'umanità alla costruzione del suo destino si chiama energia. Produrre, trasportare, accumulare, «inventare» energia è l'imperativo che sottende la crescita - o il declino - delle società umane. In un mondo da alcuni secoli in via di radicale trasformazione, gli squilibri energetici rappresentano il crinale tra prosperità e povertà, tra sviluppo e regresso. Ma quale sviluppo?Nel prossimo mezzo secolo la popolazione mondiale continuerà a crescere fino a stabilizzarsi intorno ai dieci o undici miliardi. Pur a fronte dei progressi realizzati nell'eliminazione degli sprechi a seguito delle crisi petrolifere degli anni settanta, nei paesi industrializzati ogni individuo consuma quasi dieci volte più energia dell'abitante medio dei paesi in via di sviluppo, mentre i divari di reddito e benessere sono diventati ormai intollerabili. L'energia è una risorsa-chiave per ridurre questi divari, e non c'è da stupirsi se si prevedono ulteriori forti aumenti dei consumi energetici mondiali. Ma nessuna fonte energetica, fra quelle disponibili, è priva di problemi: carbone, petrolio e gas sono fonti non rinnovabili, e per giunta il loro uso in quantità crescenti potrebbe determinare il riscaldamento del pianeta. L'energia nucleare presenta seri problemi di accettabilità sociale. Le fonti rinnovabili, tutte riconducibili all'energia che emana dal sole, hanno bisogno di robusti incentivi per essere sviluppate al punto da rappresentare soluzioni quantitativamente adeguate ed economicamente convenienti. E le forze del mercato non aiutano a mettere in piedi strategie energetiche ispirate a una visione lungimirante. In questo libro di eccezionale densità e chiarezza Umberto Colombo non solo ricostruisce la storia della nostra avventura energetica, ma disegna gli scenari tecnologici, ambientali e culturali che si aprono di fronte a noi.
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