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«Le ricerche sulle origini sono generalmente ingannevoli: soprattutto in Cina», afferma Marcel Granet nell’introduzione a questo libro. Ma tutta la sua opera fu dedicata ad azzardi estremi: così, sulla base dei versi apparentemente elementari delle canzoni d’amore dello Che King, uno dei più antichi classici cinesi, Granet è riuscito a ricostruire un intero mondo, altamente complesso, risalendo in certo modo alla sua scaturigine. E questa sua visione, radicalmente innovatrice nel metodo e nei risultati, è rimasta intatta negli anni (la prima edizione di questo libro è del 1919).
L’alleanza, sempre da rinnovare, fra società e natura, fra Yin e Yang, principio femminile e principio maschile, il ritmo delle stagioni, il potere evocatore della festa, dei luoghi santi e delle parole: tutti questi temi, su cui si è fondata, attraverso innumerevoli variazioni e mascheramenti, l’evoluzione della Cina, vengono qui ricondotti al momento più remoto di cui ci rimanga testimonianza scritta, quando ragazzi e ragazze si scambiavano ritualmente le parole di certe canzoni d’amore, semplicissime e misteriose. Scopriamo così che la civiltà cerimoniale per eccellenza si è fondata sulle schermaglie amorose di questi cori di giovani e fanciulle, che si incontrano e si scontrano nel momento in cui la natura si risveglia. Così le loro parole assumono una risonanza, una cosmicità, uno spessore di implicazioni che in nessun altro luogo ritroveremo, così ci possiamo finalmente spiegare «quell’aria di impersonalità che nella Cina antica hanno i sentimenti d’amore e la poesia amorosa».
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