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Anno edizione: 2009
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Remotti e' un antropolgo che ha studiato una popolazione africana per circa 20 anni: i Nande. Stando a contatto con questo gruppo sociale ha potutto apprendere con profondita' di studioso come non esistano differenze tra la civilta' Occidentale della scienza e tecnica e le Altre: i cacciatori- raccoglitori, gli agricoltori di sussistenza, i pescatori che vivono del loro pescato senza usare reti a strascico lunghe 10 km, che distruggono i nostri ecosistemi. La critica ad Hegel e' per questo interessante: non esiste la "perfezione" dello stare al mondo, perche' credere in Dio e nello Spirito e' pur sempre una credenza. Contestuallizando storicamente il pensiero di Hegel, e di altra filosofia moderna e Ottocentesca, vittima del determinismo, l'antropologia spiega come anche un pensiero prodotto da una universita' tedesca, possa essere definito "magico", "credenza". Quello che preme all'autore infatti e' fare comprendere che l'Umanita' non e' una sola, ma si differenzia grazie ai propri luoghi e condizioni di vita. Pensare che solo l'Occidente sia un mondo scientifico anche e' sbagliato: tutti i gruppi sociali hanno una loro scienza veicolata grazie al linguaggio, che ci spiega la loro peculiare e relativa versione del Mondo, e anche grazie alla cura per mezzo della medicina e della storia, sia essa anche solo orale e non scritta.
Il titolo di questo libro è già molto esplicativo: "noi, primitivi". La discussione, egregiamente argomentata, descrive il rapporto fra "noi" e gli "altri", in un contesto filosofico e antropologico. La struttura del libro è molto lineare e ne permette una facile comprensione. Sicuramente è una lettura specifica e dedicata a chi già padroneggia principi di antropologia e filosofia ma, come molte opere antropologiche, regala ottimi spunti per discussioni sul mondo contemporaneo. Per questo, consiglio la lettura, in primo luogo a chi nel campo non avesse ancora letto questo libro, ma lo consiglio vivamente anche a chiunque sia interessato ad ampliare i propri confini conoscitivi sull'umanità.
Recensioni
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