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Questo piccolo libro di Gertrude Stein su Picasso, pubblicato per la prima volta nel 1938, è a tutt’oggi la più vivace presentazione, insieme narrativa e critica, del personaggio dominante dell’arte del nostro secolo. E non è un caso che a scriverla sia stata Gertrude Stein, il grande mostro sacro dell’avanguardia, la testimone per eccellenza, che ebbe modo di seguire la vita di Picasso a partire dal primo periodo di Parigi, e introdusse instancabilmente gli amici del nuovo alle rivelazioni che si preparavano nell’atelier del pittore spagnolo. Per la Stein, Picasso fu fin dall’inizio ciò che oggi tutti riconoscono, e così essa osservò tutte le sue fasi stilistiche – dal periodo rosa alla scoperta dell’arte negra, al cubismo nei suoi vari momenti, al neoclassico monumentale – con una attenzione penetrante, con devozione quasi infantile e insieme con una autonomia e forza di giudizio di cui queste pagine sono una splendida prova. E sono pagine, poi, che possono anche essere considerate un esempio di quella singolare arte della scrittura – paratattica, insistente, falso-primitiva, nostalgicamente legata a un ideale parlato americano – che nell’opera della Stein si è manifestata poche altre volte in una forma altrettanto perfetta.
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Gertrude Stein, un'americana, che guarda, con gli occhi della modernità, il suo più grande Genio: Pablo Picasso. In una Parigi, mossa dal fermento delle avanguardie artistiche, viene incisa la storia e l'arte di uno dei più grandi interpreti del suo tempo e del suo spirito. Il cubismo come interpretazione della realtà moderna, irriducibile agli schemi tradizionali. L'arte, con Picasso, diventa vita, vita in un intreccio di America e Spagna, lo stesso volto, riflesso nello specchio del Cubismo
Leggete questo libro in un paio d'ore e avrete tanti piccoli e vivaci pezzi che vi aiuteranno a completare il puzzle della vita di un pittore, nonche' intellettuale, molto complesso. Aveva avuto intuizioni che solo dopo decenni saranno supportate da dati neuroscientifici. Ad esempio, aveva capito che osservatore e artista dipingono insieme. Uno prima l'altro dopo. L'osservatore completa il quadro con le sue interpretazioni, lasciando trapelare fondamentali meccanismi di funzionamento del cervello umano. Pensate a quando capiamo di trovarci di fronte a una figura umana sebbene essa sia totalmente trasfigurata o rappresentata da un unico tratto. Il lavoro di Picasso contiene semi rivoluzionari e riflessioni profonde. Prorompente e' la sua voglia di rivoluzionare la nostra idea del mondo e di rappresentarlo in maniera piu' realistica e meno rassicurante. Ribellandosi all'ingerenza di interpretazioni collettive, omologate. Simpatici alcuni aneddoti raccontati dalla Stein. Stefania de Vito
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