Un saggio di poche pagine, ma denso di contenuti, come d’abitudine per il cardinal Ravasi. Cinema e teologia trovano un terreno di incontro negli strumenti, l’immagine e la parola, intesa come costruzione di un racconto. Il tema spirituale non si appoggia necessariamente a un soggetto biblico o religioso, trova vie inattese in autori e opere non convenzionali. La breve carrellata di registi (Dreyer, Bresson, Bergman, Tarkovskij, Bunuel) passa da film esemplari attraverso cui si tracciano percorsi individuali e domande di senso universali che non sempre trovano una risposta pacificatrice nella fede. SI resta col desiderio di sapere di più, di leggere un’analisi filmica più estesa e vedere (o rivedere) opere che sono nella Storia del cinema ma rischiano di essere accantonate dalla modernità.
Come in uno specchio. Per una teologia del film
La collana "Lo Spirito del cinema" che Fondazione Ente dello Spettacolo battezza con questo testo del cardinale Gianfranco Ravasi si propone di indagare la testimonianza cinematografica nel suo rapporto con l'esperienza del Sacro. È una vena ricca e generosa che caratterizza da sempre la produzione filmica: a volte è marcatamente visibile, più spesso – ed è fonte di maggiore interesse – scorre e anima dall'interno un'opera: l'autore la narra con le sue storie e la offre alla risonanza della vita dello spettatore più accorto. È alla sensibilità umana, alla competenza teorica, alla ricchezza di sguardo di teologi, filosofi e maestri di estetica che chiederemo saggi brevi per offrire mappe e percorsi di navigazione per incamminarsi sulle tracce del Sacro nel cinema. Iniziamo l'inedito cammino fondando la condizione di possibilità di questo percorso. «Nelle Scritture cristiane e nella Tradizione – scrive nel libro il Cardinale Gianfranco Ravasi – la domanda di fondo sulla rappresentabilità del sacro è subito evasa in senso favorevole, non solo perché il linguaggio teologico è di sua natura simbolico e analogico, ma anche perché il cristianesimo ha nel suo cuore l'Incarnazione che vede nel volto umano di Gesù di Nazareth una eikôn, un'icona, un'immagine del Dio invisibile». Ogni pubblicazione si interrogherà sullo statuto teologico del cinema proponendo due vie per avvicinare questa alta vetta: il sentiero dell'analisi filmica e quello delle diverse discipline della riflessione credente.
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Anno edizione:2020
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Loris 30 aprile 2023
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