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Aspri scontri di fazione, urti d'uomini e di «personaggi», colpi di scena, lacerazioni di gruppi e partiti, battaglie giudiziarie e assordanti megafoni mediologici: sembrano essere questi gli ingredienti dell'attuale momento politico italiano. Ma dietro le quinte del quotidiano palcoscenico che magnetizza l'attenzione dei cittadini e dei perplessi osservatori stranieri, l'Italia ha intrapreso la via di un mutamento profondo anche se poco visibile. Su questi cambiamenti in corso, e sui loro possibili esiti, punta la propria attenzione Giovanna Zincone, il cui studio ci aiuta ad orientarci tra il panorama delle scelte obbligate per qualunque maggioranza di governo - si pensi ai vincoli internazionali imposti dalla delicatissima situazione finanziaria del paese - e le strade percorribili dai diversi schieramenti politici. Sullo sfondo, l'America e il suo sistema politico: ad essi infatti rimandano le continue evocazioni di strutture istituzionali e strategie politico-economiche quali «sistema maggioritario», «federalismo», «liberismo». In realtà, al fondo vi è un pericoloso equivoco. In Italia gli inediti processi di mobilità elettorale e di alleggerimento degli apparati dei partiti, di cui è parte integrante la corsa alla spettacolarizzazione delle campagne elettorali, si sono manifestati con particolare violenza, facendo apparire del tutto plausibile il «falso movimento» verso gli Stati Uniti. Giovanna Zincone dimostra invece che, per quanto riguarda il destino delle istituzioni e la trasformazione dello stato sociale, è assai improbabile che la deriva italiana ci spinga sulle sponde americane. Resteremo in Europa, e sarà piuttosto il vecchio continente nel suo complesso a venire sempre più spinto dalla competizione internazionale a fare i conti col modello americano.
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