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Conosciuto come il ‘filosofo’ dell’austromarxismo, Max Adler è uno degli interpreti più originali del marxismo inteso come ‘scienza sociale positiva’ o ‘sociologia’. Ben prima di Louis Althusser e di Galvano della Volpe, Max Adler tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo richiamò l’attenzione sulla rilevanza politica delle questioni metodologiche presenti nella teoria marxiana e, allo stesso modo di Gramsci, pose l’accento sulla necessità di una formazione ideologica generalizzata come presupposto ineludibile di ogni progetto di trasformazione sociale. Si deve alla sua riflessione politica l’indicazione di ricercare per l’Occidente europeo una ‘terza via’ al socialismo in alternativa al bolscevismo come al riformismo socialdemocratico. Indicazione con cui egli pensava di accreditare l’opzione propria della Socialdemocrazia austriaca di sperimentare negli anni Venti del secolo scorso un programma di democrazia sociale agganciato alle potenzialità delle istituzioni liberaldemocratiche in una visione dei tempi necessariamente lunghi per il subentrare di una nuova formazione economico-sociale.
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