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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2016
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Che dire....splendido. Alla capacità innata di victor hugo di descrivere ed analizzare le varie sfumature dell'uomo, si unisce una mirabile e meravigliosa immersione nella natura splendida ma selvaggia che diventa la protagonista di questo splendido romanzo. Si è catapultati tra gli scogli, nelle rade; si socialissa con Gilliat, un mix tra un Ulisse e un Robinson Crusoe. Bellissimo libro
Pubblicato nel 1866 a Bruxelles quando Hugo era in esilio dalla Francia, "I lavoratori del mare" è ritenuto immeritatamente un romanzo "minore" rispetto a "Notre Dame de Paris" e " I miserabili". Quest' opera va a costituire invece per l'autore il coronamento di un drammatico trittico coi capolavori sopra citati: tre necessità, tre lotte. L' "ananke" dei dogmi - Notre Dame; l'ananke delle leggi - i miserabili -; l'ananke delle cose- i lavoratori del mare. Tali "fatalità" segnano il destino di ogni uomo. A Guerseney, isola della generosa e terribile Manica , Gilliat , emarginato dagli abitanti, si trova a compiere un' impresa disperata: recuperare il battello mercantile Durande naufragato tra gli scogli Douvres. Lethierry , imprenditore e padrone dell'imbarcazione (toccato dall' ingratitudine e dalla superstizione dei concittadini) , ha promesso infatti una ricompensa... colui che gli salverà la prodigiosa macchina sposerà l'amata nipote, miss Deruchette. Il protagonista affronta l'inferno sublime del mare, fatto di tempeste, rocce insormontabili e grotte meravigliose, pur di poter sposare la fanciulla di cui è innamorato. I paesaggi delle isole normanne e le indimenticabili indagini dell'anima di Hugo si fondono in un potentissimo affresco di civiltà e natura. Il ritratto di Gilliat, veggente della natura, rappresenta ciò che la solitudine ha reso "uomo di ingegno e idiota": sarà capace di affrontare l'uragano degli scogli di Douvres per disincagliare la Durande, sarà il titano che dal nulla ricava fucine da fabbro, affronterà "l'anfibio del male" , la piovra... Tuttavia si rivelerà impreparato al cuore di Deruchette cresciuta da Lathierry più da fiore che da donna....L'animo selvaggio e vergine del giovane si sconterà con le insondabili trame del fato.
Il mio amore per Victor Hugo è risaputo ma a questo romanzo manca qualcosa, non so, non mi ha stregato come altri, se non nella parte finale che come al solito colpisce dritto al cuore. Lo studio dei personaggi c’è, ma è come se fossero marginali, pochi capitoli a loro dedicati, pochi anche i dialoghi che in Hugo sono sempre indimenticabili. Il tutto invece si concentra sulla forza della natura, vera protagonista; il resto è solo un contorno. I temi tanto cari all’autore sono tuttavia presenti: la cattiveria, il pregiudizio e l’amore. Si aggiunge un elemento nuovo: la lotta dell’uomo contro la natura. Ho amato l’ambientazione che manco a farlo apposta ho conosciuto dal vivo; Il romanzo è infatti ambientato in Normandia e Bretagna. Le descrizioni sono come al solito straordinarie. Ho ritrovato quelle terre selvagge che tanto amo: le maree che riempiono e svuotano i porti, le tempeste che scatenano l’Oceano con le loro enormi onde. Terre fatte di tradizione, storia, ma soprattutto di persone forti che legano le loro vite alla natura che le circonda. Popolo di naviganti che solcano le acque oceaniche qualsiasi siano le condizioni marine. Tutta la vita in queste terre è scandita dall’urlare del vento che soffia potente e dal suono delle sirene dei fari. L’insegnamento che ne consegue è che niente è impossibile se lo si vuole davvero. La natura a volte può essere vinta, l’amore di una donna no.
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