Mangia, prega, ama: per me questo libro è stato un viaggio interiore che mi ha fatto compagnia in un momento difficile, proprio come accade a Liz nella sua storia. Le sue parole, le sue fragilità e il suo desiderio di ritrovarsi mi hanno fatto sentire meno incompresa. Grazie a lei ho capito che succede a tutti, prima o poi, di attraversare momenti in cui la nostra mente cede, le nostre convinzioni si sgretolano, le nostre vite vengono messe a soqquadro e noi cadiamo con loro. Qui inizia il viaggio di Liz, lungo dodici mesi, in cui visita tre ?Paesi nei quali vivrà per quattro mesi ciascuno, e noi la seguiamo in ogni sua avventura. Prima l’Italia: qui impara la lingua, conosce nuovi amici, si innamora della cucina italiana e comincia a fortificare la sua anima irrequieta, ancora tormentata dai suoi fantasmi e dalla depressione che ogni tanto bussa alla porta. Tutto questo in vista del prossimo, e possiamo dire più duro, viaggio: l’India. In India impara a pregare, ma non è un compito facile. A pregare davvero ci vorrà molto tempo: arriverà ad odiare la caverna della meditazione, proverà a saltare la Guru Gita , la preghiera mattutina, e penserà di non riuscire a domare i suoi pensieri. Incontra alcune persone che, come lei, hanno deciso di recarsi nell’ashram, e con loro stringerà legami che la aiuteranno a superare i momenti di crisi, in particolare con Richard, il texano, che le dirà: “…Impara a scegliere i tuoi pensieri come scegli i tuoi vestiti: è in tuo potere… Se non domini i tuoi pensieri, sarai sempre nei guai.” Imparata questa importante lezione, la nostra Liz parte alla volta dell’Indonesia. È il suo ultimo viaggio, in cui si ricongiungerà a Ketut, uno sciamano conosciuto qualche anno prima al quale aveva promesso di ritornare a Bali. Sarà l’ultimo viaggio a insegnarle la lezione più importante di tutte: amare.
