Margherita Sarfatti. Più - Massimo Mattioli - copertina
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Margherita Sarfatti. Più
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"Santini, P. C.... Saroni, Sergio". Scorrendo l'indice dei nomi in moltissimi manuali e saggi d'arte contemporanea, questa è la situazione che mediamente si incontra: non c'è il nome di Margherita Sarfatti. La prima donna al mondo ad affermarsi strutturalmente nel ruolo di critica d'arte, la teorizzatrice di una linea identitaria per l'arte italiana, l'ideatrice di un movimento oggi rivalutato come il Novecento Italiano, la promotrice del contemporaneo italiano sulla scena internazionale con decine di mostre in importanti capitali europee e americane, è stata per decenni rimossa dalla memoria e dalla storiografia. Perché? Sulla sua figura ha pesato la storia personale, una lunga relazione intellettuale e poi amorosa con Benito Mussolini, la colposa imperdonabile condivisione di pagine tragiche del fascismo, che poi peraltro - lei di origini ebraiche - la costringerà all'esilio sudamericano. Responsabilità pesanti, ma che non giustificano l'acritica ed aprioristica damnatio memoriae che ha colpito la Sarfatti - e molti degli artisti da lei sostenuti - fino ad anni molto recenti. Riflessioni che sono alla base di questo pamphlet biografico: che appoggiandosi a testimonianze e a documenti spesso inediti, tenta di restituire la giusta dimensione ad una studiosa che quando giunge al fatidico incontro con l'uomo che ne segnerà i destini, ha già costruita la sua solida identità di giornalista, scrittrice, teorica e critica d'arte, animatrice - con il suo salotto - della vita culturale prima di Milano poi di Roma.

Dettagli

16 gennaio 2019
120 p., Rilegato
9788899519803

Conosci l'autore

Foto di Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

1943, Roma

Mattioli, fumettista italiano, esordì nel 1967 su Il Vittorioso con il Vermetto Sigh. L'anno successivo si trasferì a Londra, dove realizzò vignette sulla rivista Mayfair, e nello stesso anno a Parigi, dove disegnò le avventure di M le magicien per la rivista Pif, come pure lo zoo pazzo, ideato dal futuro direttore di Diabolik Mario Gomboli.Nei primi anni settanta, di nuovo in Italia, creò Pasquino per il quotidiano Paese Sera.Nel 1973 iniziò la ultraquarantennale collaborazione con Il Giornalino creando il personaggio di Pinky, surreale coniglietto rosa giornalista, simbolo del settimanale edito dalle Edizioni San Paolo (pubblicazione che terminò nel 2014).Nel 1977 fondò con Stefano Tamburini la rivista underground-alternativa Cannibale,...

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