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Le domande che si pone Massimo Teodori me le pongo io da anni e come me credo parecchie persone. L'Italia ha da molto tempo inserito la retromarcia su tutto quello che riguarda il tema dell'autentico progresso sociale che per come la penso io si riscontra concretamente quando in una comunità acquista diritti fondamentali chi in precedenza ne era sprovvisto in virtù di un contesto sociale e politico non sano. L'intramontabile ipocrisia italiana si vince esclusivamente ad una condizione, e cioè che la politica si dimostri intellettualmente valida e libera dai turbamenti vaticani che nell'attuale situazione sono l'ostacolo assolutamente più duro e attraente per il solito noioso popolino. Teodori ha centrato il bersaglio, forse anche perchè basta avere un minimo di serenità mentale per riconoscere che il politico "medio" italiano subisce a tal punto la pompa cattolica da pensare che se si affiancherà ai sottanoni, tutto il paese lo seguirà come un sol uomo. Questo libro penso annunci solo l'antipasto di quello che disgustati ci riserverà il futuro politico, infatti i tromboni da oratorio sono onnipresenti ( destra, sinistra, sopra, sotto...) e si agitano parecchio se non li si accontenta, arrivando alle solite minacce di crisi da avanspettacolo. Un teatro così misero e scontato produce individui da parlamento del manicomio e guai a chi si azzarda a portare esempi di altri Stati nostri amici europei che da anni hanno introdotto senza particolari cataclismi le riforme sociali degne di un paese occidentale moderno....è tornata pure l'autarchia! le nostre fesserie politiche ce le teniamo ben strette! non si può certo fare la figura degli esterofili! l'unico Stato straniero che può sculacciarci sonoramente è sempre lo stesso......il Vaticano.
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