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L’Europa in cui viviamo è un’entità estranea a se stessa, deprivata del suo passato e di un suo destino futuro, forzata nel meccanismo consumistico e indifferenziante della globalizzazione. L’Impero asburgico non fu il precursore di un meticciato ante litteram, ma il dispositivo trascendente attraverso il quale vennero esaltate le tradizioni peculiari e le autenticità individuali, in una visione storica, politica, culturale e religiosa condivisa. Al di là delle programmazioni economiche, delle normative statutarie, degli accordi commerciali e delle regolamentazioni burocratiche, l’Europa deve attingere alla propria interiorità e rianimare quel suo ideale comunitario scomunicato dall’attuale Costituzione ad impronta razionalista e mercantile. Il recupero della vera Europa e la rivitalizzazione della sua anima non sono opzioni negoziabili. Questa Europa, abrogata da se stessa, deve tornare a sognare!
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