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Con la sua prosa precisa e pungente Olga Tokarczuk ricorre ai modi del noir classico per virare verso il thriller esistenziale e affrontare temi come la follia, il femminismo, i diritti degli animali, l'ingiustizia verso gli emarginati.
A Olga Tokarczuk è stato assegnato il Premio Nobel per la Letteratura 2018.
«Una miscela sorprendente di thriller, commedia e trattato politico scritta da una donna di straordinaria intelligenza e sensibilità anarchica» – Sarah Perry, autrice del Serpente dell'Essex
«Un romanzo di sovversiva eleganza» – New Statesman
«"Guida il tuo carro sulle ossa dei morti" vi farà venir voglia di leggere tutto quello che ha scritto Olga Tokarczuk» – Financial Times
Una cosa è certa: queste case non ci saranno più, il mio sforzo è insignificante, sta sulla punta di uno spillo, proprio come la mia vita. Dovremmo ricordarcene sempre.
Janina Duszejko, insegnante d'inglese e appassionata delle poesie di William Blake, è un'eccentrica sessantenne che preferisce la compagnia degli animali a quella degli uomini e crede nell'astronomia come strumento per porre ordine nel caos della vita. Quando alcuni cacciatori vengono trovati morti nei dintorni del suo villaggio, Janina si tuffa nelle indagini, convinta com'è che di omicidi si tratti. Con la sua prosa precisa e pungente Olga Tokarczuk ricorre ai modi del noir classico per virare verso il thriller esistenziale e affrontare temi come la follia, il femminismo, l'ingiustizia verso gli emarginati, i diritti degli animali: surreale, acuto, melanconico, sconcertante, il suo romanzo interroga il presente anche quando sembra parlare di tutt'altro.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Olga Tokarczuk, scrittrice e poetessa polacca scrive “Guida il tuo carro sulle ossa dei morti”, libro difficile da classificare. Non lo definirei solo un giallo/ thriller, ma un libro biografico che narra un particolare periodo della vita di un'eccentrica vecchietta polacca, un libro di riflessioni personali sul genere umano sulla vita è la morte, sull’amicizia, sul rispetto per gli animali e tanto altro. Janina, anziana signora polacca che abita in un paese ai confini con la repubblica Ceca, è la voce narrante sue, le impressioni, le emozioni, i pensieri e le riflessioni. Non ama il suo nome, e ama dare soprannomi, personalmente la chiamerei “orsa maggiore” in riferimento al suo amore per gli animali e l'astronomia. Inizialmente sembra una donna molto solitaria segue una precisa routine variabile a seconda delle stagioni. La sua vita è stata segnata da una misteriosa patologia che l'ha costretta ad abbandonare il suo lavoro di ingegnere, specializzata nella costruzione di ponti. La malattia sembra essere una patoogia mentale, Janina ha delle apparizioni: la madre, le sue “bambine” . Nel paese ha due occupazioni principale, custode, nella stagione invernale, delle abitazioni lasciate vuote dagli abitanti e insegnante di inglese per i bambini. Janina, ama molto gli animali e li difende sempre e comunque dalla “cattiveria umana”. Ama l'astrologia e la studia costantemente per comprendere gli avvenimenti e le persone. Nel libro ci sono bellissime descrizioni del paesaggio. Janina traduce le poesie di William Blake, insieme a un suo ex allievo e amico. La vita del paese viene sconvolta da una serie di morti/omicidi misteriosi.
Libro dallo stile fortemente atipico che si impone come tratto caratterizzante del romanzo. Trama interessante ma che rischia di passare quasi in secondo piano.
Scritto sottoforma di diario, le vicende dell'anziana protagonista mi hanno tenuto incollato ad ogni pagina, facendomi emergere tanti spunti di riflessioni su tematiche quali la giustizia, il rispetto per gli animali e la natura.
Recensioni
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