Un viaggio esplorativo nella pittura e nella cultura della Lombardia del XIX secolo
Nel 1820 si fa notare all’esposizione dell’Accademia di Brera un giovane pittore veneto, destinato a diventare il modello e il maestro di un’intera generazione: Francesco Hayez. Indiscusso protagonista del romanticismo italiano, Hayez porta a Milano la ventata di modernità che gli ambienti artistici e culturali, stanchi delle pastoie del classicismo, attendevano da tempo. Con lui altri pittori – da Molteni a D’Azeglio, da Migliara a Canella – operano per un cambiamento dell’arte lombarda, in un’azione di rinnovamento che tocca tutti i generi, a partire dal paesaggio, tema che in quegli anni conosceva finalmente la propria autonomia. In un viaggio che parte dalla generazione romantica e arriva alle soglie della rivoluzione divisionista, passando per la scapigliatura e le tendenze naturalistiche della seconda metà del secolo, le opere in catalogo – provenienti da importanti musei lombardi e da prestigiose collezioni private – raccontano un periodo storico ricco di cambiamenti culturali, artistici, politici e sociali, che apre le porte all’epoca contemporanea. Introdotto dai contributi di Simona Bartolena (Da Hayez a Segantini. La pittura lombarda tra accademia e naturalismo, conformismo e ribellione) e Susanna Zatti (La rivoluzione democratica del paesaggio), il volume documenta questo periodo ricco di rivoluzioni culturali e caratterizzato da un inquieto alternarsi di stili e idee nuove, approfondendo i numerosi temi legati all’Ottocento Lombardo ed esplorandone le diverse correnti e ispirazioni artistiche, dal romanticismo alle esperienze risorgimentali, dalle ribellioni scapigliate alla ricercatezza divisionista.
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