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Anno edizione: 2020
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In questo racconto serrato e partecipe, il generale Riccò, attuale comandante dell'Aviazione dell'esercito, nonché Medaglia di Bronzo al Valor Militare per il coraggio dimostrato a Mogadiscio, ricostruisce attraverso documenti e testimonianze inedite la vera storia di quei tragici giorni, svelando i particolari di una vicenda i cui aspetti non sono ancora stati del tutto resi noti.
«2 luglio 1993. Il contingente partito dall'Italia e sbarcato a Mogadiscio per una missione di pace si ritrovò di colpo in guerra. Era formato in gran parte da ragazzi di vent'anni o poco più che si erano offerti volontari per la missione. Io ero lì con quei ragazzi. Non avevo ancora compiuto trent'anni ma a differenza loro ero un soldato di professione, un capitano di fresca nomina al comando di una compagnia di paracadutisti della Folgore, i Diavoli Neri.»
Sono ormai passati più di venticinque anni da quel 2 luglio 1993, il giorno della battaglia di Mogadiscio tra le truppe italiane e i ribelli somali. Ma il ricordo di quegli scontri è ancora vivo nella memoria di tutti, non solo di chi lo ha vissuto in prima persona come il generale Paolo Riccò. Conosciuta anche come la battaglia del checkpoint «Pasta» e ricordata per essere stata la prima che ha visto impiegati i militari dell'esercito italiano dalla fine della Seconda guerra mondiale, fu uno scontro molto cruento in cui persero la vita tre soldati italiani e moltissimi altri furono gravemente feriti. La XV compagnia paracadutisti «Diavoli Neri», grazie al durissimo addestramento a cui li aveva sottoposti il loro capitano, il generale Riccò, fu l'unica compagnia in grado di rispondere all'attacco delle milizie somale.
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Il 3 luglio del 1993 a Mogadiscio c'è una guerra. L'episodio vede i guerriglieri somali assediare le truppe italiane impegnate in missione umanitaria nella capitale somala. La battaglia dura un giorno intero. Da entrambe le parti si registrano morti e feriti. L'episodio segue di poco la mattanza subita dalle truppe Onu pakistane che conta decine di morti tra i soldati onu ad opera dei guerriglieri somali. Questa volta toccherà agli italiani. Qualche mese dopo anche gli americani saranno colpiti. Solo che quest'ultimo episodio si sa tutto grazie alla pellicola cinematografica di Hollywood. Mentre dell'episodio che vide protagonisti i parà italiani a distanza di anni il ricordo è labile. A distanza di quasi 30 anni dai fatti accaduti, questo racconto vuole rinnovare la memoria. Si ripercorrono le fasi che precedettero la partenza del contingente italiano per l'ex colonia del Corno d'Africa, la battaglia del 3 luglio e le fasi successive alla stessa. E' un racconto collettivo che attraverso la voce narrante del capitano dei parà ripercorre la storia vissuta dai parà italiani a Mogadiscio in quei giorni. Dopo la fine della 2 guerra mondiale, quanto narrato è il primo episodio bellico che le truppe italiane devono affrontare all'estero. Non si tratta di scaramucce come sostenuto ex post da qualcuno. Non è soltanto una narrazione completa di date, fatti ed episodi realmente accaduti, ma il testo vuole fornire a chi legge spunti di riflessione su i temi toccati. La preparazione tecnica e psicologica dei soldati, la "confusione" per alcuni e la determinatezza di altri nei momenti concitati della battaglia, le storie di vita di tutti coloro che hanno vissuto quella battaglia. Emergono ritratti psicologici dei protagonisti che lasciano pensare sui temi della vita e della morte, della caducità dell'essere umano, dei sentimenti di fratellanza, onere ed abnegazione.. Il lettore ha curiosità di vedere che fine fanno i protagonisti del racconto. Consigliato.
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