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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2013
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Oggi vorrei parlarvi di "Il paradiso degli orchi" di Daniel Pennac, edito da Feltrinelli editore. È il primo di una serie di romanzi denominati il ciclo Malaussene ed è un giallo bizzarro e divertente con una scrittura veloce, scorrevole e di facile lettura. Narra la storia di Benjamin Malaussene, un un uomo che per mestiere fa il capro espiratorio. Viene pagato per farsi umiliare da un altro addetto, in modo che i clienti che vengono a reclamare per un prodotto malfunzionante e difettoso si impietosiscano a tal punto da rinunciare al risarcimento. Se non si conosce Pennac nelle prime pagine ci si chiede se una scrittura del genere sia frutto solo di superficialità e leggerezza. In realtà non è così perché Pennac da grande pedagogista qual è tratta dei temi importantissimi in questo libro come l'aborto, la multietnicità, l'immigrazione, il tutto magistralmente shakerato nel quartiere di Parigi di Belville. Gli ingredienti sono una famiglia numerosissima, composta da visionari, sensitivi, ragazzini pestiferi, un grosso cane puzzolente e ovviamente non possono mancare gli omicidi. Un libro sicuramente da non perdere.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
A dicembre sono stato a Parigi (un piccolo consiglio se avete in programma di andarci nelle prossime settimane. Visitate la esposizione di Rothko alla Fundacion Vuitton. Ne parlo nel mio blog mirandoelarte). Tornando a Parigi guardando la mappa della città è comparso il nome di Belleville e nella mia mente quello di Malaussene. Ho deciso così di rileggere "Il paradiso degli orchi" di Daniel Pennac, il primo romanzo della bizzarra ed anomala famiglia Malaussene (da notare come già nel 1991 Pennac coraggiosamente ci presenta una struttura familiare molto diversa dalle convenzioni di quell'epoca). Questo libro è un viaggio fatto di comica e fluida quotidianità ed ha come pilota Ben che, per compensare le frequenti assenze della madre, assume il ruolo di capofamiglia essendo il figlio maggiore. Ben lavora come capro espiatorio nel Grande Magazzino Il suo è un Iavoro singolare e socialmente necessario; consiste nel ricevere le lamentele dei clienti e usare la sua abilità per provocare in loro pena convincendoli a non sporgere formale reclamo per non essere licenziato. Quando però nel Grande Magazzino cominciano a scoppiare delle bombe che uccidono alcuni anziani clienti chi potrebbe essere accusato dei delitti, se non il capro espiatorio per eccellenza? Ben in modo rocambolesco e con l'aiuto di Julie, una giornalista di cui finisce per innamorarsi, riesce a dimostrare la sua innocenza e cercherà di cambiare lavoro. Però l'arrivo di un nuovo fratello lo obbligherà ad essere nuovamente un capro espiatorio anche delle follie di sua madre.
Ho iniziato questa saga piena di aspettative perchè molto consigliata. L'ho trovata un'impostazione di libro un pò datata, poco attuale. Pennac ha sicuramente una bella penna, a tratti tagliente, ma la storia in sè un pò poco coinvolgente per questi tempi
Una famiglia non convenzionale e una serie di strane esplosioni. La narrazione è lineare e la storia abbastanza semplice. Avevo capito il finale già da un po', ma non per questo mi è piaciuto meno. Non è un racconto sensazionale ma sicuramente aiuta a staccare la spina e mette voglia di leggere il socondo del ciclo Malaussène.
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