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Il parrucchiere di Auschwitz - Eric Paradisi - copertina
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Il parrucchiere di Auschwitz
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Descrizione


In una gelida notte d'inverno, la voce di Flor si leva sulla città innevata per raccontare, in un canto intimo e toccante, una storia all'uomo che ama: la storia di suo nonno Maurizio, barbiere del ghetto in una Roma occupata dai nazisti, e di Alba, la ragazza dai capelli biondo cenere che crede in un futuro diverso e che per questo ha abbracciato la Resistenza. Fortunosamente scampato alla retata che gli ha portato via l'intera famiglia, Maurizio trova rifugio nell'appartamento di Alba, dove, giorno dopo giorno, fra speranza e trepidazione, attende che lei faccia ritorno dalle sue missioni clandestine. Finché non arriva la domenica: allora, come in un rituale tutto loro, le spunta i capelli rinnovandole la sua promessa di una vita insieme dopo la guerra. Il sogno, però, si infrange in una mattina di primavera, quando i fascisti li sorprendono nel sonno: lei finisce in carcere, lui su un treno diretto ad Auschwitz. Lì, nel più funesto dei campi, Maurizio riuscirà a sopravvivere proprio grazie alla sua destrezza con forbici e rasoio e all'inestinguibile ricordo di quel volto, di quei capelli. Ma la neve continua a cadere, intanto, e il racconto di Flor, intrecciandosi con quello della propria vicenda amorosa, si fa struggente messaggio per l'amato, invito accorato a trovare, a sua volta, la forza e le motivazioni con cui far fronte al distacco e agli eventi di una storia che sembra perennemente riecheggiare se stessa.
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Dettagli

TEA
2017
Tascabile
26 gennaio 2017
206 p., Brossura
Blond cendré
9788850245109

Valutazioni e recensioni

SERGIO MARTINEZ
Recensioni: 1/5

Nella mia vita ho avuto la fortuna di leggere molti libri belli, alcuni mediocri, e pochi brutti. Questo libro ricade nell'ultima categoria, è brutto, non merita il tempo che richiede per essere letto (anche se sono solo 200 pagine scritte in grande). Se lo recensisco è solo per metterVi in guardia dall'errore che ho fatto io nel comprarlo. La parola giusta per dire cosa mi ha suscitato questo libro, nel leggerlo e dopo averlo letto, è: irritazione. Irritazione verso l'autore, verso la casa editrice italiana, verso la trama. L'autore. Come definireste uno scrittore, francese ma figlio di emigranti italiani, che si presenta al pubblico, anche italiano visto che questo è il suo primo racconto pubblicato in Italia, scrivendo (pag. 18-19): "...dovevano pur mangiare, perché un italiano, un vero italiano, non di quelli che portavano la camicia nera, non poteva vivere senza avere la pancia piena, soprattutto di pasta. Era inconcepibile vivere senza la pasta!". Non male come generalizzazione, vero? Bene, questo è il livello di approfondimento psicologico dei personaggi che potete aspettarvi da questo libro. La casa editrice italiana. Longanesi, ha, secondo me, fatto una bieca operazione commerciale dando al libro un titolo completamente diverso da quello francese. Il titolo francese, "Blond cendré" (in italiano "Biondo cinereo"), è coerente col racconto (più personaggi hanno i capelli di quel colore, oltre al fatto che il protagonista crea delle tinte bionde originali a seconda della personalità delle clienti), molto più del titolo italiano che fa pensare che il romanzo parli delle vicende di un parrucchiere finito ad Auschwitz, o che Auschwitz sia il luogo dove si svolgono i fatti. Evidentemente in Longanesi conoscono molto bene il potere evocativo di questo nome, Auschwitz, e ci hanno marciato sopra, tralasciando alcuni "dettagli": il "parrucchiere" è solo uno dei tanti personaggi del romanzo, ad Auschwitz fa il barbiere, e i fatti si svolgono a Roma, Auschwitz, Torino, Argentina (ove inizia l'attività da parrucchiere!), Parigi. La Longanesi ha probabilmente avuto commercialmente ragione: mai e poi mai io avrei comprato il libro col suo titolo originale (che non mi suscita alcuna emozione, ... come del resto tutto il libro, ma questo lo avrei scoperto dopo), e mai poi mai lo avrei comprato se avessi saputo che la parola Auschwitz, scritta con corpo più grande di tutto il resto del titolo, è solo uno specchietto per gli allocchi come me che alle volte comprano un libro d'impulso. La trama. Roma, seconda guerra mondiale: Maurizio è un ragazzo ebreo che fa il barbiere. Si innamora di Alba, una ragazza dai capelli biondo cenere che opera coi partigiani. Per caso Maurizio, ma non la sua famiglia, si salva dal rastrellamento del ghetto ebreo. Dopo l'attentato di via Rasella Maurizio e Alba vengono arrestati, ma mentre lei finisce in carcere, ove viene torturata, lui viene caricato, assolutamente incolume, prima su un pullman e poi su un treno per essere deportato, salvandosi così dalle Fosse Ardeatine. Il treno arriva ad Auschwitz e Maurizio viene assegnato dapprima ad un cantiere e poi a radere nazisti, kapò e "prominenten". Successivamente viene trasferito al Sonderkommando, per cui potrà vedere anche i cadaveri dei deportati dell'ultimo treno proveniente dall'Italia, tra cui il corpo di Alba, a cui taglierà una ciocca di capelli che porterà poi sempre con sé. Viene tolto dal Sonderkommando per tornare a fare il barbiere proprio poco prima che il Sonderkommando si ribelli e venga sterminato. Si salva anche dalla marcia di evacuazione da Auschwitz, nonostante un ufficiale SS gli spari alla nuca! Finita la guerra torna a Roma, si trasferisce a Torino, dove assiste agli scontri tra operai e polizia. Approfittando della nebbia, commette un omicidio a sangue freddo. Parte per l'Argentina, ove avvia per la prima volta in vita sua l'attività di parrucchiere per signora. Ha grande successo, al punto da diventare il parrucchiere preferito dell'alta società peronista. Quando avviene il colpo di stato del '55, nonostante a parole Maurizio si rifiuti di vivere sotto una dittatura, continua la sua attività e amplia anzi il negozio per accogliere anche la clientela maschile. Nel frattempo si sposa, con Lucia, ha una figlia, Chiara (notare l'originalità dei nomi: prima Alba, poi Lucia, ora Chiara, ...) e almeno 3 nipoti, di cui una soprannominata Flor perchè usava lo stesso profumo di Alba, Flor de jazmin. Flor è una specie di reincarnazione di Alba, e muore tra le fiamme in un banale incendio domestico a Parigi. Lo stile. I fatti raccontati, anzi, solo accennati vista la brevità dello spazio dedicato a ciascuno di essi, sono tantissimi. Ciascuno di essi (gli ebrei in Italia durante il fascismo, la Resistenza a Roma e le Fosse Ardeatine, Auschwitz, il Sonderkommando, le lotte sindacali, Peron e il colpo di stato argentino, ...) avrebbe potuto bastare per un romanzo, sarebbe stato più che sufficiente per far da sfondo alle vicende dei personaggi e lasciare così spazio alle vicende più personali, ai sentimenti e valori dei protagonisti. Invece l'autore ha preferito affastellare una marea di fatti drammatici con l'unico risultato di togliere spessore a ciascuno di essi e ai personaggi della storia. La scorrevolezza della lettura è poi notevolmente ostacolata dal fatto che le vicende di Maurizio sono intercalate dai racconti di un personaggio che fin quasi la fine del libro non si capisce bene chi sia e cosa rappresenti (da quello che racconta sembra Alba, da altro sembra sia una nipote di Maurizio). Alla fine del libro si rimane perplessi: cosa vuole comunicare l'autore, perché ha voluto raccontarci questa storia (che non è fondata su un caso vero)? Potrebbe essere un invito ad essere diffidenti verso l'autorità (unica giustificazione per voler riunire vicende così diverse per epoca e geografia), ma allora come giustificare che Maurizio in fin dei conti viva e prosperi sotto l'ennesima dittatura, quella argentina, traendo anzi per tutto il racconto vantaggio dal lavorare per i potenti e mai li combatta (tranne quando uccide un ispettore assalendolo alle spalle)? Potrebbe essere un inno alla forza dell'amore, ma come spiegare allora la morte banale e gratuita di Flor e di altre due nipotine in un banale incidente automobilistico? E' il colore, che si può attribuire ad ogni persona o vicenda, la cosa importante nella vita? Non lo so, probabilmente è anche (ma non solo) per questa difficoltà di cogliere il senso del racconto che il libro è stato per me "irritante" e cadrà presto nel dimenticatoio.

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