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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
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Un bel monologo. Uno dei migliori libri scritti su Frida Kahlo. Un monologo sulla sua vita, ma anche analisi introspettiva.
Pino Cacucci ha scritto molti libri ambientati in America latina e in Messico; forse il più noto è "Puerto Escondido". Quello che ho amato di più è "Demasiado corazòn". In questo testo pensato come un progetto teatrale a quattro voci (Frida Kahlo, Diego Rivera - pittore di murales e suo marito -, Cristina - sua sorella -, Leon Trockij) proposto dall'amico musicista di Cacucci, Andrea Centazzo, e poi non realizzato, l'autore ha inteso proporre il monologo di Frida, corredato dalla nota esplicativa "Frida: momenti, immagini, ricordi sparsi" e da una sorta di breve riflessione intima "Amores y disamores". Rimangono quindi una cinquantina di pagine in cui Frida racconta la sua parabola verso la morte (la Pelona) che era riuscita a respingere in occasione del terribile incidente che la mutilò, ma le donò, forse, l'ispirazione per i suoi bellissimi quadri. La valutazione potrebbe essere buona, ma anche ottima, per il contenuto del breve testo e perchè c'è tanto amore per la vita, c'è una forte partecipazione dell'autore, c'è lo spirito profondo del Messico, a giustificare questa valutazione. E la mente va ai quadri, al film (poco più che discreto) del 2002 illuminato dalla presenza, la recitazione, la bellezza del volto di Salma Hayek. Frida è parte della cultura del nostro tempo, è un'icona della volontà disperata di non farsi travolgere dalle disgrazie, è la dimostrazione di una vitalità (anche disordinata) e di una partecipazione intensa al contesto che la circonda. In una situazione in cui l'obnubilamento e la rassegnazione sembrano imperare, la voce di Frida, grazie a Pino Cacucci, ci ricorda il valore fondamentale della determinazione a trovare un senso, anche "sotto la pioggia".
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