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In questo saggio Sergio Flamigni, producendo fotocopie di atti notarili, dimostra iincontrovertibilmente che la quasi totalità degli appartamenti presenti nel caseggiato di via Gradoli 96 in cui era ubicato il covo brigatista erano di proprietà di società fiduciarie del SISDE; quindi il "compagno" Moretti, fra le decine di migliaia di appartamenti disponibili in Roma decide di impiantare il più importante covo BR della città in una via in cui altissima era la presenza dei servizi segreti, considerando anche il fatto che nel palazzo prospiciente quello del covo all'epoca dei fatti abitava Arcangelo Montani, sottufficiale dei carabinieri in servizio al SISMi, nonchè concittadino di Moretti. Quelli che deridono Flamigni accusandolo di essere un dietrologo e un complottista, senza mai produrre peraltro controargomentazioni,, farebbero bene a cominciare a emendare il loro intelletto; e cominciare leggendo senza pregiudizi questo libro sarebbe un ottimo inizio.
Tutti i saggi di Sergio Flamigni, documentatissimi avendo aprtecipato in prima persona come parlamentare e componente di varie commissioni di inchiesta tipo Moro o P2, danno una lettura (e non ri-lettura) completamente diversa rispetto a quella venduta dai media italiani. Poi quando i vari tasselli della verità vengono a galla paiono delle verità sconvolgenti. Tutto ciò è messo nero su bianco da Flamigni, che con i suoi saggi ècapace di mettere la pulce nell'orecchio su molte questioni. Un esempio recente? La famosa motocicletta che nessuno ha identificato. Restando poi nello specifico del caso Moro, questo come altri suoi libri dimostra che le complicità ed i silenzi sono tali che ad oggi non sappiamo nemmeno la dinamica esatta dell'agguato né il numero esatto di prigioni in cui fu sequestrato lo statista. Non resta che ringraziare Flamigni di cotanta fatica e i ragazzi della Kaos edizione, che sono i veri resistenti d'Italia
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