Le prime frasi del libro:
PSICOPATOLOGIA DEL BANCONE DA BAR
Una strana e contagiosa malattia ha iniziato a colpire i bar e i locali versi la fine degli anni settanta: il suo nome è "sindrome del bancone", o megalobancomania. Questa sindrome porta a cambiare ossessivamente il bancone del bar ogni quattro-cinque anni. E ogni volta il bancone diventa più grande, più scomodo ed esteticamente incomprensibile. Si possono così incontrare, in piccoli bar di paese, dei monoliti di alabastro nero del peso di dieci tonnellate, portati lì da non si sa quale astronave. Parimenti dei bellissimi banconi di legno perfettamente funzionanti vengono sostituiti con banconi a "esse", a labirinto, pralinati con lapislazzuli, in materiali che vanno dalla bachelite arancione al vetro blindato. Gli stili passano dal rococò-maya al neo-torroncino bugnato, dal liberty-linoleum al Barbie-Goodzilla, dal Cheope-Chippendale al post-Benito, dal gotico-zotico al Luigi-X-Files, dall'assiro-bullonese al techno-etrusco, in una gamma di orrori mineralogici e geometrici senza limiti di spesa, di tonnellaggio e di vergogna. Ecco alcuni dei più strabilianti.
Il monolito
È un bancone di marmo, o travertino, di colore scuro, del peso pari a quello di un sottomarino nucleare, che viene calato nel bar con tecniche ancora più misteriose di quelle usate per le piramidi egizie. Anche se ingentilito con zuccheriere di Murano e scalinate di caramelle, mantiene l'aspetto di una grossa lapide, o mausoleo funerario. In un bar di Vigevano, negli anni ottanta, si presentò agli occhi dei clienti un gigantesco blocco di marmo grigio. Non appena fu lucidato, apparve la scritta A Matteo sposo esemplare la vedova inconsolabile. Questo potrebbe confermare l'ipotesi che gran parte di questi banconi siano residui cimiteriali riciclati.
Il pregiato catafalco può essere impreziosito con rifiniture in oro, pietre preziose, bassorilievi, mosaici e soprattutto gadget. Abbiamo così alcune varianti.
Il superaccessoriato
Tipo di bancone usato nelle città ricche e in zone abbienti. In esso si sposa l'ideale estetico dei più alti esempi di pacchianeria e cattivo gusto mai raggiunti nel nostro paese: l'arte souveniristica e il défilé di moda televisivo. Il materiale è un vetroresina rosa da bordello di emiro, o un lastrone di iceberg salmonato. L'importante è che sotto il sapiente gioco di luci, impostato da uno specialista in discoteche, tutto brilli e mandi riflessi accecanti sugli avventori. Su questo apparato si ergono alcuni distributori di caramelle alti fino a due metri, un'edicola di biscotti, quattro bidoni di yogurt di diversi colori, una cioccolatiera che rimesta la stessa cioccolata dal giorno dell'inaugurazione, una macchina che fa cubetti, sfere e ottaedri di ghiaccio, e un gigantesco rotore che agita una fanghiglia verde che potrebbe essere granita o cremolato di iguana.
Sul bancone sono allineate decine di vassoietti contenenti pizzette, pistacchi, pannocchiette, anacardi, capperi, olive nere, olive verdi, salatini, arachidi, cetrioli, patatine e affini. Frequentando uno di questi banconi un bevitore di Campari può vivere a sbafo per tutta la vita. Mazzi di bustine di zucchero, zucchero di canna, zucchero dietetico e zucchero per mancini occupano le zone restanti. Nell'unico spazio libero ci sono la pubblicità del Beaujolais nouveau, e un vaso criselefantino con le offerte per il rifugio del Levriero.
L'inconveniente di questo prodigioso bancone è che nessuno sa dov'è il barista, sepolto dietro la parata di optional. Se riuscite a scoprirlo, tra il distributore di yogurt e la cioccolatiera, o dietro una palizzata di bottiglie, potete provare a chiedergli un caffè.
- Mi dispiace signore, - risponderà affranto, - ma non saprei proprio dove mettere la tazzina.
Il Transilvania superstar
Detto anche "Bara di Dracula. Blocco di marmo nero con disegni in oro, distributore di birra alla spina in avorio, sgabelli in osso. Il barista apre solo dopo la mezzanotte.
Il girotondo della morte
Semicerchio di alabastro verde pisello con ringhierina rococò, e sedili formati da tronchetti traballanti che spesso crollano al suolo senza motivo apparente. Se uno solo dei clienti perde l'equilibrio, trascinerà tutti gli altri in una caduta circolare, e l'ultimo precipiterà giù per le scale della toilette.