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Storie di frodi. Intacchi, malversazioni e furti nei monti di pietà e negli istituti caritatevoli tra medioevo ed età moderna - copertina
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Storie di frodi. Intacchi, malversazioni e furti nei monti di pietà e negli istituti caritatevoli tra medioevo ed età moderna - copertina

Descrizione


Per molti secoli i monti di pietà e le istituzioni caritatevoli hanno svolto la duplice funzione di salvadanaio delle comunità e di strumenti di governo della povertà. Istituiti e amministrati da poteri sia ecclesiastici che laici, erano considerati custodi del denaro della collettività e, in ragione di questa connotazione pubblica, erano particolarmente esposti a furti, frodi o malversazioni perpetrati tanto da esterni quanto dai loro stessi funzionari o amministratori. In questo volume vengono ripercorsi e studiati alcuni episodi eclatanti di furti e di gestioni fraudolente. Sono inoltre esaminati gli strumenti attivati per contrastarli e per coniugare carità e assistenza con una gestione razionale e fruttuosa delle risorse disponibili. L'analisi dell'amministrazione quotidiana degli istituti, della gestione di denari e libri contabili, dei loro regolamenti - il cui corretto funzionamento dipendeva soprattutto dagli amministratori - aiuta a comprendere la fisionomia di questi enti e i problemi etici e amministrativi che li caratterizzarono. Presentazione di Mauro Carboni e Maria Giuseppina Muzzarelli.
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Dettagli

2018
18 gennaio 2018
359 p., Brossura
9788815273093
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Indice

Premessa, di Mauro Carboni e Maria Giuseppina Muzzarelli
Prefazione, di Laura Righi
PARTE RPIMA: LA FRODE: DIPENDENTI INFEDELI E GRANDI FURTI
I. «Lupi rapaci in veste di pecore». Frodi ai danni di istituzioni ecclesiastiche caritatevoli nell'Italia Nord-orientale (secoli XII-XIV), di Federico Pigozzo
II. Furti e frodi dei ministri del Monte di pietà di Arezzo alla fine del XV secolo, di Pietro Chiarini
III. Siena:«la Vergine Maria è pelata». Il primo Monte (1472-1511) tra noromativa e prassi, di Mario Ascheri
IV. «La casa di Dio è casa de oratione et non de convivio». Attività caritativa e pratica degli «intacchi» nella Giovinazzo del Rinascimento. I casi della confraternita di anta Maria de la Nova e del Monte de la «abundantia», di Nicola Lorenzo Barile
V. «La dannevole malizia degl'uomini». Piccoli e grandi intacchi al patrimonio dei banchi pubblici napoletani (secoli XVII-XVIII), di Marco Dotti
PARTE SECONDA: LA DISTRAZIONE DELLE RISORSE DEI POVERI
VI. La maleficenza. Malversazioni e altri illeciti negli ospedali della Lombarida medievale, di Marina Gazzini
VII. Il Monte del duca: gestione, forme di finanziamento e d'impiego del Monte di pietà di Firenze nella seconda metà del Cinquecento, di Paola Pinelli
VIII. Usi, abusi e conflitti attorno alle possessioni dei luoghi pii milanesi tra tardo Medioevo ed Età moderna, di Matteo Di Tullio
IX. «Non ritrovandosi danaro in cassa pubblica...» lo si prende dai beni destinati ai bisognosi. Usi discrezionali del patrimonio dei poveri (secoli XVI-XVIII), di Marina Garbellotti
X. «Maltolto» o «distolto»? Governance e frodi nei Monti di pietà delle Legazioni pontificie settentrionali (secoli XVI-XIX), di Massimo Fornasari
XI. Dalla carità alla civiltà: élite e corruzione nel Censorato Generale di Sardegna (1767-1827), di Giampaolo Salice
PARTE TERZA: REGOLE E MISURE DI CONTROLLO PER CONTRASTARE LE MALVERSAZIONI
XII. Prevenire le frodi: legislazione e amministrazione dei primi Monti di pietà, di Laura Righi
XIII. Pegno, amicizia, ammanco: primi sondaggi sui Monti marchigiani, di Roberto Lambertini
XIV. Disciplinare, premiare, punire: strategie per il «buon governo» del Monte di Bologna fra XVI e XVIII secolo, di Mauro Carboni
XV. Il Monte di pietà di Ravenna e la risposta alle frodi ottocentesche, di Matteo Troilo
XVI. I Monti frumentari in sardegna nel XIX secolo: un'istituzione al bivio fra «errori, frodi, abusi e mancamenti», di Cecilia Tasca
Gli autori

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