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I tre amici lombardi, Tommaso Gallarati Scotti, Alessandro Casati, Stefano Jacini, che nel 1907 si riunivano per dare vita al «Rinnovamento» – la rivista che segnò il punto più alto del Modernismo italiano e una svolta del pensiero religioso –, si ritrovarono in seguito a difendere la libertà contro il despotismo politico negli anni del fascismo e della Resistenza e dettero la loro opera alla ricostruzione. La loro fraterna amicizia era animata, pur nella diversità delle vicende e delle personali tendenze, dagli stessi ideali che ne ispiravano sia l’opera letteraria e storica sia l’azione politica. Nel ventennio più oscuro della nostra vita nazionale dopo l’Unità, essi e il gruppo formatosi attorno a loro e a un maestro, Benedetto Croce, rappresentavano un’altra Italia, aliena e diversa da quella del fascismo, testimonianza di una conculcata ma sempre viva civiltà di sentimenti e d’idee, di cui è bene rimanga la memoria.
Dopo la scomparsa di Tommaso Gallarati Scotti, l’ultimo di loro a mancare, la cui vita abbracciò il maggior arco di tempo, si è pensato d’invitare noti studiosi a tracciare di ciascuna delle tre personalità un profilo biografico, oppure ad approfondire particolari aspetti della loro molteplice attività. Gli studi qui raccolti, frutto di ricerche condotte anche in archivi privati, potranno validamente servire, domani, a una storia generale dell’epoca in cui i tre uomini vissero e agirono. A meglio illuminare il loro ambiente intellettuale e, più precisamente, quello che è stato un nucleo essenziale della vita culturale e politica milanese nei primi decenni del secolo, si è ritenuto opportuno accompagnare gli studi con ricordi inediti e documenti di contemporanei che di tale ambiente fecero parte.
Il libro si chiude con una scelta di lettere del giovanissimo Alfonso Casati, sacrificatosi nella guerra di Liberazione: a conferma di una tradizione familiare che risaliva al Risorgimento e della fede nella libertà, cui era stato educato dal padre.
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