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Oggetto del presente studio sono le differenti declinazioni del rapporto linguaggio-etica così come esse sono state proposte dalla cultura nelle epoche cosiddette di crisi, intese come veri e propri passaggi al limite, costruttori di opposizioni che non si risolvono senza residui. Nella Prima parte tale rapporto sarà analizzato in Platone e Descartes, al fine di problematizzare l’idea che esso sia esclusivamente interno alla dimensione ontologica: l’analisi del concetto di Bene in Platone e di Infinito in Descartes, mostrano un tradimento della trama logica ed un suo arricchimento attraverso il contributo della dimensione analogica. La Seconda parte si concentrerà sull’idea di connessione tra linguaggio ed etica così come è stata riflettuta da autori quali Wittgenstein, Rosenzweig e Celan in opposizione alla cosiddetta crisi del logos e nei confronti della torsione attuata dall’elemento analogico, neutralizzato nel “metaforico”, inteso come fenomeno della costellazione ontologica e logico-centrata, che ha aperto le porte ad un’inedita concezione di linguaggio etico.
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