La mano dell'orologiaio

Come ogni libro di Deaver anche questo non delude!La lettura scorre con il consueto ritmo...accelerato per seguire la trama sempre magistralmente intessuta attorno ai personaggi ormai familiari ai lettori.Lo consiglio vivamente!

come al solito il libro tiene col fiato sospeso fino alla fine! un altro capolavoro di Deaver

I thriller di Jeffery Deaver sono, per il lettore, come un'opera di Maurits Cornelis Escher: quando crede di salire, in realtà, sta scendendo; quando crede di stare per avvicinarsi alla scoperta della verità, in realtà, sta scivolando, incolpevolmente e inconsapevolmente, verso tutt'altra direzione. Ne deriva la necessità di abbandonarsi completamente alla trama, un percorso principale sul quale si riversano, magistralmente, tanti affluenti narrativi secondari, fino all'estuario del finale. È la partita scacchi delle nemesi: Lincoln Rhyme contro Charles Vespasian Hale, detto l'Orologiaio, per l'innaturale culto del tempo e dei complessi meccanismi di ruote e bilancieri. "Gli orologi non sono morali né immoralo. Contano un secondo dopo l'altro, segnando i momenti di gioia, di cordoglio, dolore, piacere e crudeltà, ma restano del tutto indifferenti a quanto accade a un particolare scatto della lancetta". Con l'ormai solita capacità di far permeare la trama del giallo con l'attualità reale in cui viene scritto, in un valzer di ecologismo, ambientalismo, politica, corruzione, egoismo, carrierismo, capitalismo, coreografato per fare da sfondo alle vicende, si inscena l'atto conclusivo, quello che i lettori stavano aspettando da "La luna fredda". Perché arriva sempre il momento, per quanto un orologio ne sia indifferente, di regolare i conti con quel nemico, che non si può ignorare. Perché ha rappresentato sempre quel granello di sabbia, capace di sfasare tutto l'ingranaggio.