Marguerite

Sia l'una che l'altro. Un racconto un pò di corsa e senza soffermarsi troppo sui personaggi attorno a lei, ma nemmeno molto sulle location intorno a lei, ma nemmeno molto sul carattere e la scrittura "di" lei. Conosco a malapena la Duras se non per il suo famosissimo "L'amante" e la curiosità era tanta nei suoi confronti. Ne viene fuori una donna forte, eccentricissima, dura, assolutamente ammirevole, e sicuramente leggerò più di qualche testo suo. E' una biografia superficiale, non brutta ma da approfondire. E' un romanzo solo perchè la sua vita è un romanzo, anzi molto di più. Un punto di partenza per me verso la conoscenza di Marguerite Duras.

Non amo particolarmente le biografie romanzate, abituata alle folgoranti biografia di Zweig mi aspettavo di più Ma rendo merito alla Petrignani per essere riuscita comunque a barcamenarsi tra coloro che conoscono la Duras e coloro che, come me, poco. I primo avranno avuto un punto di vista inusuale, i secondi, e secondo me saranno quelli che l'apprezzeranno di più, potranno approcciarsi a Margot con curiosità e sorpresa, e potranno partire proprio da qui per iniziare a conoscere di più questa straordinaria scrittrice. Non mi pare poco e le mie 3 stelle sfiorano per questo le 4. Un brava alla Petrignai per la coraggiosa operazione.

La Petrignani non ha dimenticato di fare sentire la sua presenza in ogni pagina di un libro sospeso tra l'Indocina e la Francia. Resta in bocca un sapore agro. La risaia sull'oceano Pacifico, la madre della Duras, una figura imponente, che l'ha ossessionata per una vita, Marie. "L'inconscio è la materia dell'arte come della psicanalisi". "Il merito è dell'acqua piovana con cui ci lavavamo in Indocina. Ha reso la mia pelle morbida per sempre"! "La morte della mosca accade e basta, nella sua terribilità"... Scrivere per la Duras era l'unica terapia. Il libro è articolato in tre capitoli, Nenè, Margot e Duras, a suggellare le tre età della vita di questa donna, minuta nel corpo, ma ipertrofica nella mente.