Anno non ben definito in un luogo non identificato, i cui contorni sono disegnati da una scia di un fumo blu che si posa su spalle che dondolano al ritmo di quella grande invenzione che fu il Jazz. Così inizia la storia di Frank Spada: questo bambino diventato uomo disapprovando il tempo che la curiosità gli ha fatto scorrere veloce tra le dita, le stesse dita che tra una sigaretta appena spenta e l’altra subito accesa si sarebbero trovate a tessere le trame di una storia che se non è sua è certamente del suo doppio. La storia di Spada non inizia nel 2010, anno della pubblicazione del suo primo romanzo (Marlowe ti amo). La storia di Spada inizia molto tempo prima. Prende le mosse da una biblioteca paterna e dai suoni di un’epoca che si è impressa sulla costa occidentale degli Stati Uniti e di un’eco, che attraversando l’oceano, è giunta fino alla costa orientale italiana. Proprio lì dove Spada, ancora in calzoncini corti, seduto accanto alla madre sentiva il cuore lanciarsi in un battito frettoloso per lo sguardo di una diva del cinema che non avrebbe più scordato, perché così succede col primo amore. Si muove in un’epoca in cui tutto pullula di novità, di quella genuina novità che porta ancora l’aroma dell’opportunità, del miglioramento. Spada ha occhi svegli e mente arzigogolata e per gioco – perché la sua serietà è talmente naturale da non poter che assumere l’aspetto del vizio – si procura ogni sorta di informazione senza saziare mai la sua curiosità. Questo gli permette di diventare un creativo nella vita di tutti i giorni e un uomo che scoprirà di non essere normale, ma straordinario, solo dopo molti inverni rispetto a quello in cui una malattia lo costrinse a letto per lungo tempo dandogli la possibilità di frugare indisturbato nella borsetta di Mary Poppins. Frank Spada scioglie i suoi pensieri su un sentiero in cui i lampioni sono al neon e le panchine ben comode. Pensieri che lo tengono impegnato nella privazione di una ragione che par lucida solo a chi è impegnato a far altro piuttosto che ad ascoltarlo. In realtà saranno molte le strade che percorrerà, gli incontri preziosi che farà, le gioie e i dolori a cui più o meno disinvolto stringerà la mano. E … accade così che una mattina scosta una sedia, si accomoda, tiene una sigaretta tra le dita e decide di far testamento nominando come erede universale della sua storia un morto che riporta in vita. Erede di Frank Spada è il Marlowe chandleriano innovato dalla compagnia di un doppio, di una cravatta con un dragone e di un amico grande e grosso, che messo da parte il cesto della NBA, gli fornisce la lista della spesa fatta di titoli e nomi importanti. Un Marlowe impegnato nella risoluzione di casi umani o dis-umani, invischiato nel malaffare che la natura in un paio di occasioni sventa col suo benestare. Un Marlowe con quattro orecchie sempre rivolte alla radio che sputa fuori un Jazz che fa riflettere e che se ne sta in sella ad una puledrina che lo scarrozza felice fremendo ad ogni sua carezza. E mi accorgo ora di aver fatto un errore madornale, i Marlowe in realtà sono due… ed ecco che qui vi spiego del “Doppio”. C’è il Marlowe investigatore e il Marlowe indagatore (il Doppio appunto). Il primo si muove su una dimensione reale, il secondo fa il trapezista in una dimensione psicologica. Il primo è pragmatico, svelto, risoluto; il secondo è complesso, articolato, splendidamente esasperante. Ma non fraintendetemi: è il primo che parla, ma è il secondo che agisce! E… non posso svelarvi altro di Marlowe che riposa in una trilogia che merita d’essere letta prima e capita poi.* Ma posso dirvi, a conclusione di questo breve excursus, qualcos’altro di Frank Spada. E’ un uomo comune in un mondo di matti, questo lo rende eccezionale. Questo ne fa un Autore di prima categoria, il cui stile è introvabile in altre righe o sotto altre copertine. Un jazzista che fa musica a suon di parole. Uno Scrittore che se non ha mai smesso di giocare evitando accuratamente di prendersi sul serio, merita invece dal lettore che abbia la fortuna di leggerne i pensieri assoluta attenzione e sincera ammirazione.
Marlowe ti amo. Una storia in sette giorni
California, anni Cinquanta: una ragazza fuggita da casa, allo sbando tra i night club e il ricordo del padre morto in un incidente aereo. La matrigna, occhi di smeraldo, è in pena per trovarla. Un incarico apparentemente semplice per un detective come Marlowe, se non fosse per il suo doppio, il compare che lo tiene costantemente in bilico tra l’osservazione di un entomologo e il raccontarsela da solo. Un Cessna schiantato in circostanze misteriose e un’eredità da capogiro lo spingono a incontrare un uomo in carrozzella. E gli incarichi diventano due, riferiti alla stessa persona. Tra un pranzo da Minnie’s, una visita a Mà, troppi liquori e sigarette fumate in conversazioni immaginarie con Pà, Marlowe percorre le strade di Bel Air e gli altopiani di San Ferdinando a bordo della sua Olds, cercando di allargare il panorama con l’aiuto di una lente, per comporre le scene di una storia che sembra più grande di quel che gli vogliono far credere. Finirà per oltrepassare i confini segnati per lui, in un universo popolato da figure ambigue che neppure un terremoto potrà scuotere. La colonna sonora è il jazz della West Coast e il regista uno che si scrive i copioni da solo. Il primo romanzo di Frank Spada è un omaggio originale alle atmosfere di Chandler, tra un assolo di Art Pepper, Shorty Rogers e i suoi Giant’s e uno struggente Bobby Hackett che gira in un juke-box.
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Lingua:Italiano
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Anno non ben definito in un luogo non identificato, i cui contorni sono disegnati da una scia di un fumo blu che si posa su spalle che dondolano al ritmo di quella grande invenzione che fu il Jazz. Così inizia la storia di Frank Spada: questo bambino diventato uomo disapprovando il tempo che la curiosità gli ha fatto scorrere veloce tra le dita, le stesse dita che tra una sigaretta appena spenta e l’altra subito accesa si sarebbero trovate a tessere le trame di una storia che se non è sua è certamente del suo doppio. La storia di Spada non inizia nel 2010, anno della pubblicazione del suo primo romanzo (Marlowe ti amo). La storia di Spada inizia molto tempo prima. Prende le mosse da una biblioteca paterna e dai suoni di un’epoca che si è impressa sulla costa occidentale degli Stati Uniti e di un’eco, che attraversando l’oceano, è giunta fino alla costa orientale italiana. Proprio lì dove Spada, ancora in calzoncini corti, seduto accanto alla madre sentiva il cuore lanciarsi in un battito frettoloso per lo sguardo di una diva del cinema che non avrebbe più scordato, perché così succede col primo amore. Si muove in un’epoca in cui tutto pullula di novità, di quella genuina novità che porta ancora l’aroma dell’opportunità, del miglioramento. Spada ha occhi svegli e mente arzigogolata e per gioco – perché la sua serietà è talmente naturale da non poter che assumere l’aspetto del vizio – si procura ogni sorta di informazione senza saziare mai la sua curiosità. Questo gli permette di diventare un creativo nella vita di tutti i giorni e un uomo che scoprirà di non essere normale, ma straordinario, solo dopo molti inverni rispetto a quello in cui una malattia lo costrinse a letto per lungo tempo dandogli la possibilità di frugare indisturbato nella borsetta di Mary Poppins. Frank Spada scioglie i suoi pensieri su un sentiero in cui i lampioni sono al neon e le panchine ben comode. Pensieri che lo tengono impegnato nella privazione di una ragione che par lucida solo a chi è impegnato a far altro piuttosto che ad ascoltarlo. In realtà saranno molte le strade che percorrerà, gli incontri preziosi che farà, le gioie e i dolori a cui più o meno disinvolto stringerà la mano. E … accade così che una mattina scosta una sedia, si accomoda, tiene una sigaretta tra le dita e decide di far testamento nominando come erede universale della sua storia un morto che riporta in vita. Erede di Frank Spada è il Marlowe chandleriano innovato dalla compagnia di un doppio, di una cravatta con un dragone e di un amico grande e grosso, che messo da parte il cesto della NBA, gli fornisce la lista della spesa fatta di titoli e nomi importanti. Un Marlowe impegnato nella risoluzione di casi umani o dis-umani, invischiato nel malaffare che la natura in un paio di occasioni sventa col suo benestare. Un Marlowe con quattro orecchie sempre rivolte alla radio che sputa fuori un Jazz che fa riflettere e che se ne sta in sella ad una puledrina che lo scarrozza felice fremendo ad ogni sua carezza. E mi accorgo ora di aver fatto un errore madornale, i Marlowe in realtà sono due… ed ecco che qui vi spiego del “Doppio”. C’è il Marlowe investigatore e il Marlowe indagatore (il Doppio appunto). Il primo si muove su una dimensione reale, il secondo fa il trapezista in una dimensione psicologica. Il primo è pragmatico, svelto, risoluto; il secondo è complesso, articolato, splendidamente esasperante. Ma non fraintendetemi: è il primo che parla, ma è il secondo che agisce! E… non posso svelarvi altro di Marlowe che riposa in una trilogia che merita d’essere letta prima e capita poi.* Ma posso dirvi, a conclusione di questo breve excursus, qualcos’altro di Frank Spada. E’ un uomo comune in un mondo di matti, questo lo rende eccezionale. Questo ne fa un Autore di prima categoria, il cui stile è introvabile in altre righe o sotto altre copertine. Un jazzista che fa musica a suon di parole. Uno Scrittore che se non ha mai smesso di giocare evitando accuratamente di prendersi sul serio, merita invece dal lettore che abbia la fortuna di leggerne i pensieri assoluta attenzione e sincera ammirazione.
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