Pubblicato a ridosso del tour del 2024 che ha degnamente celebrato il trentennale di “The Mask and Mirror”, l’album della svolta (in termini sia di successo commerciale che di popolarità internazionale) della rinomata musicista e polistrumentista canadese, il disco registrato al Palace of Fine Arts di San Francisco nel maggio 1994 offre la pregevole trasposizione nella dimensione live delle otto tracce del quinto lavoro di studio della McKennitt (cui si aggiungono due brani risalenti ai suoi esordi discografici nella seconda metà degli anni ’80), esaltandone l’eclettico e pionieristico connubio di tradizioni musicali celtiche e sonorità mediterranee, nordafricane e mediorientali, frutto dei viaggi e degli studi compiuti dalla sua autrice. Le registrazioni dal vivo (gran parte delle quali, in realtà, già disponibili dal 1995, distribuite tra un CD promozionale ed un EP ufficiale) non solo non sfigurano rispetto alle incisioni in studio, ma rivelano anche un forte dinamismo negli arrangiamenti, consentendo altresì di cogliere le complesse dinamiche del disco originale nei loro minimi dettagli. Su tutto svetta comunque il duttile talento vocale della canadese, impeccabile sia per tecnica che per calore comunicativo e in grado tanto di essere quasi ieratica nella sua intensità quanto di esprimere un formidabile pathos, come nella memorabile interpretazione della drammatica ‘murder ballad’ ‘The Bonny Swans’, la cui popolarità contribuì in misura determinante al fortunato riscontro dell’album di studio originale (l’artwork del live ripropone il medesimo dettaglio tratto da un celebre ciclo di arazzi fiamminghi della fine del XV secolo che fu scelto all’epoca per la pubblicazione del brano come singolo). Un disco dal vivo da ascoltare ed apprezzare anche come prezioso documento di una stagione indimenticabile della musica e discografia, che sancì la definitiva consacrazione della cosiddetta ‘world music’ e il suo felice confluire nel ‘mainstream’.
