Il sottosuolo come analisi dell’io profondo, 25 anni prima che Freud iniziasse gli studi come fondatore della psicoanalisi, in un libro breve, ma profondissimo, quello in cui forse si sente di più l’influenza di Gogol. Un altro capolavoro di quello che per me è il più grande, il più affascinante e intenso degli autori del mondo moderno.
Memorie dal sottosuolo
Fëdor Dostoevskij, scrittore dal temperamento eccezionale e profondo conoscitore dell’animo umano, in Memorie dal sottosuolo (1864), libro che annuncia i capolavori della maturità, si dedica all’analisi spietata di una coscienza umana, senza risparmiarsi nulla e senza indietreggiare davanti alle verità più amare. Il romanzo è suddiviso in due parti: nella prima, “Il sottosuolo”, il protagonista – un uomo timido e senza mezzi – racconta la sua infanzia e la formazione della sua personalità più nascosta; nella seconda ripercorre gli episodi della sua vita che mettono in luce la sua nevrosi. La brutalità della vita sociale respinge sempre più l’io narrante nell’oscurità, dove arriverà a tormentare chi sta ancora più in basso di lui. Un esempio magistrale di introspezione, un viaggio in quel mondo interiore più inafferrabile che è anche il luogo dell’estrema libertà.
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Edizione:1
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Anno edizione:2000
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