"Metodi per sopravvivere" è un libro a cui ho pensato dopo aver girato l’ultima pagina, credendo che si concludesse troppo presto, che il finale non dicesse tutto. Perché è uno di quei libri che non finisce quando le parole scritte si esauriscono: la testa torna ai personaggi, si riflette sul significato della storia, sull’intenzione dell’autrice e sulla propria esperienza personale. Questo libro mi ha lasciato una meravigliosa sensazione di insicurezza, come quando si esce da una prigione mentale e si respira una nuova libertà. Leggetelo per essere un po’ più liberi.
Metodi per sopravvivere
Con una scrittura delicata e di poetica eleganza, sotto la quale ribolle l'umanità dei suoi personaggi, Guðrún Eva Mínervudóttir dà voce a donne e uomini infelici che cercano metodi per sopravvivere e scoprono l'empatia, imparando che «in ogni parola scambiata» può celarsi «la promessa di qualcosa di straordinario».
Quando il piccolo Aron Snær, abbandonato dal padre, entra nelle vite di Árni, Borghildur e Hanna, la loro esistenza è divisa tra la rassegnazione al dolore e la speranza di una svolta. Árni insegue un amore impossibile, accompagnato dall’iperattivo labrador Alfons, che incoraggia le sue zoppicanti passeggiate verso un futuro incerto. Borghildur è una vedova alle prese con il suo lutto che si sente come un «sacco pieno di schegge di vetro», e i figli cresciuti e lontani non sanno aiutarla. Hanna è un’adolescente solitaria che non mangia più, a cui cucinarsi una pasta sembra un miracolo. Il sobborgo di Reykjavík dove vivono, un microcosmo islandese di pace stretto tra torrenti e immensi pascoli, li inghiotte in un’ovattata routine che fa da cassa di risonanza a ogni inquietudine. Finché il piccolo Aron, incrociando in diversi modi le loro strade, così sprovveduto e indifeso, fa scattare qualcosa: la compassione vince la solitudine e risveglia quel bisogno di connessione che è profondamente radicato dentro ciascuno. Forse l’unica ancora di salvezza sono le altre persone, i legami umani, la solidarietà? Con una scrittura delicata e di poetica eleganza, sotto la quale ribolle l’umanità dei suoi personaggi, Guðrún Eva Mínervudóttir dà voce a donne e uomini infelici che cercano metodi per sopravvivere e scoprono l’empatia, imparando che «in ogni parola scambiata» può celarsi «la promessa di qualcosa di straordinario».
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Chiara SM 14 marzo 2025Un libro per aprire le prigioni mentali del linguaggio (scritto e dell’anima)
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Lisola31 18 novembre 2024A me è piaciuto molto
Dò solo 4 stelle perché mi sembra che il racconto si sia interrotto e manchi e un vero e proprio finale, ma la storia mi è piaciuta molto, l'ho trovata avvincente e delicata, descritta con sensibilità, e i personaggi mi sono entrati nel cuore. Lo consiglio e cercherò altri libri dell'autrice.
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v@le 12 luglio 2023168 pagine di superficialità
Poteva avere del potenziale, la trama era promettente ma il libro è un continuo susseguirsi di dialoghi sterili, situazioni poco approfondite e personaggi asettici. Ho sperato fino all’ultimo in una ripresa ma, arrivata all’ultima pagina l’unico mio pensiero è stato: “ e quindi?” Purtroppo non lo consiglio
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