Mi chiamo Danilo e faccio domande. L'attualità del progetto educativo di Dolci
Il metodo educativo di Danilo Dolci è un antidoto alla rassegnazione e alla chiusura nel privato che caratterizzano il nostro tempo. Il sogno di un mondo nuovo e sostenibile, basato sulla nonviolenza e sulla civiltà della parola, è stato portato avanti dall'educatore triestino in Sicilia dagli anni Cinquanta fino alla sua morte (1997). Si è seduto in cerchio con contadini e pescatori a parlare insieme di mafia, banditismo, analfabetismo, disoccupazione. Ha digiunato, organizzato scioperi alla rovescia, promosso marce. Negli anni Settanta ha realizzato, sempre con l'intera comunità, il Centro educativo di Mirto: una sperimentazione per valorizzare gli interessi del bambino e il suo rapporto con la natura. Candidato otto volte al premio Nobel per la pace, definito da molti il Gandhi dell'Occidente, Dolci è più che mai attuale: la sua maieutica reciproca può contrastare le nuove forme di disuguaglianza e povertà. In chiusura del libro l'intervista ai figli En e Sereno.
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Anno edizione:2016
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