Mi chiamo Sad e di notte sogno il mio cognome
Sad vive sotto i nostri occhi, ma soprattutto non può fare a meno di guardare se stesso con i nostri occhi. Il nostro disprezzo, la nostra falsa tolleranza diventano anche suoi: vive una lotta con se stesso che fa andare in frantumi l'identità. Come accade a tanti, a quelli che dopo aver raggiunto l'Europa lottando e soffrendo, decidono di farla finita quando perdono anche il rapporto con se stessi. Sad lotta con se stesso. Perchè la sua diversità è ben oltre quella del monologo shakespeariano nel Mercante di Venezia. Sad non riesce più a dire "Se ci ferite noi non sanguiniamo? Se ci solleticate, noi non ridiamo? Se ci avvelenate noi non moriamo?". Dice piuttosto : "Griderei perché voi siete nel giusto. Griderei per farvi coraggio. Si ammettiamo che questa scheggia mi penetri sotto la pelle, io non griderei di dolore. Griderei perché avete ragione voi. Sì, davvero."
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Anno edizione:2017
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