La mia Grecia è un’opera che mi ha profondamente affascinato e coinvolto, tanto per la ricchezza dei contenuti quanto per la qualità altissima della scrittura. In queste pagine, Kazantzakis non si limita a narrare un viaggio: egli compone un’ode alla propria terra, un pellegrinaggio interiore che si intreccia con il mito, la storia e la spiritualità in una forma che rasenta il profetico e il mistico. Ciò che colpisce sin da subito è la potenza evocativa dello stile. Le descrizioni, limpide e sensuali, restituiscono con rara efficacia i colori, gli odori e i silenzi della Grecia: dal biancore accecante delle isole cicladiche ai paesaggi aspri dell’entroterra, tutto è intriso di una bellezza arcaica e quasi sacra. Lo stile di Kazantzakis è denso, lirico, capace di trasfigurare la realtà in visione, e a tratti assume un tono solenne e arcaizzante, che richiama da vicino il respiro epico dell’Odissea. Non è raro, infatti, imbattersi in epiteti ripetuti, formule descrittive ricorrenti e una certa circolarità del ritmo che evocano l’antico procedere omerico. Particolarmente stimolanti sono le frequenti digressioni, che arricchiscono il racconto di riflessioni sulla civiltà greca, sulla tensione tra Oriente e Occidente, sulla condizione umana. Kazantzakis non si limita a osservare il mondo: lo interroga, lo attraversa con lo sguardo del poeta e del pensatore inquieto, capace di cogliere il divino nel quotidiano e il tragico nell’eterno. La mia Grecia è dunque molto più di un libro di viaggio: è un’opera visionaria e insieme radicata, nutrita di mito, filosofia e spiritualità. Una lettura intensa e coinvolgente, che lascia nel lettore un senso di gratitudine e di nostalgia per ciò che è perduto — e al contempo una rinnovata fiducia nella possibilità dell’uomo di elevarsi, anche solo per un attimo, al di sopra del caos e della polvere.
La mia Grecia
Nel 1937 il giornale Kathimerinì commissiona a Nikos Kazantzakis un tour del Peloponneso: saranno tre settimane intense e magiche, una sorta di pellegrinaggio alla ricerca di sé e delle proprie radici. Il grande scrittore cretese si ferma nei luoghi che parlano di mito e di storia: a Olimpia immagina l'atmosfera concitata dei Giochi, a Sparta scova nel paesaggio tracce dell'immortale Elena, a Mystràs "vede" il grande intellettuale bizantino Gemisto Pletone che sogna una nuova civiltà, a Tripolitsà ricorda l'eroe della Rivoluzione Kolokotronis. Camminatore instancabile, l'autore di Zorba ama parlare con la gente del posto, conversa con i clienti del caffè, interroga gli anziani contadini, ammira la franchezza brusca di guide locali e tassisti, annota la spontaneità autentica dei modi e della lingua del popolo. Ricco di squarci lirici, scenette comiche e pause meditative "La mia Grecia" racconta il popolo greco, diviso fra antico e moderno, Occidente e Oriente, razionalismo e sensualità.
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Anno edizione:2025
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Pietro 13 luglio 2025Tra rovine e rivelazioni: la Grecia di Kazantzakis
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