Non ho simpatia per i libri di questa scrittrice, i suoi più famosi non mi avevano particolarmente coinvolta. Ho voluto darle un’altra possibilità con questo libro, che ho letto in pochissimo tempo, ma non mi ha lasciato granché. La tematica trattata è profonda e interessante, ma il modo in cui l’ha raccontata e lo stile usato non mi sono piaciuti. Un po’ lento e artificioso. Forse con più semplicità mi avrebbe coinvolto di più. Mi resta da leggere, su consiglio di un Anobiano, “Bella mia”, poi credo che chiuderò definitivamente con questa scrittrice 😂 non me ne vogliano i lettori a cui piace 🫶🏼
Il racconto di un amore tra madre e figlia "andato storto da subito". Un romanzo potente e vitale, in cui le vicende personali si uniscono alla storia corale di un'Italia contadina, ritratta dagli anni di guerra fino ai nostri giorni. Quando Esperia mostra i segni di una malattia che le toglie la memoria, è tempo per la figlia di prendersi cura di lei e aiutarla a ricostruire un'identità smarrita. Inizia così, giorno dopo giorno, il racconto di un passato dal quale riaffiorano ricordi dolcissimi e crudeli, riprendono vita le figure dei familiari e degli abitanti della piccola comunità montana che le ha viste nascere e crescere entrambe. In un Abruzzo luminoso e aspro, che affiora tra le pagine come una terra mitologica e lontana, le fatiche della campagna, l'allegria dei matrimoni, la ruvidezza degli affetti, l'emancipazione dall'analfabetismo e la fine della sottomissione femminile si intrecciano al racconto di una lenta metamorfosi dei sentimenti in un indissolubile legame madre-figlia che oscilla tra amore e odio, nostalgia e rifiuto.
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Anno edizione:2014
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Silvietta 03 settembre 2022
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Silvietta 03 settembre 2022
Non ho simpatia per i libri di questa scrittrice, i suoi più famosi non mi avevano particolarmente coinvolta. Ho voluto darle un’altra possibilità con questo libro, che ho letto in pochissimo tempo, ma non mi ha lasciato granché. La tematica trattata è profonda e interessante, ma il modo in cui l’ha raccontata e lo stile usato non mi sono piaciuti. Un po’ lento e artificioso. Forse con più semplicità mi avrebbe coinvolto di più. Mi resta da leggere, su consiglio di un Anobiano, “Bella mia”, poi credo che chiuderò definitivamente con questa scrittrice 😂 non me ne vogliano i lettori a cui piace 🫶🏼
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"Mia madre è un fiume" è il racconto di un momento in cui il rapporto genitore-figlio cambia ed i ruoli si invertono. Chi ha protetto diventa chi ha bisogno di protezione mentre quest'ultimo sente di dover ricambiare ciò di cui ha a lungo goduto. In un sentimento in cui l'affetto si fonde al senso del dovere, una figlia ci parla del suo rapporto con la madre, in un Abruzzo rurale mirabilmente descritto e in cui passato e presente dialogano con insistenza. Un racconto che ha lo scopo di combattere la malattia di Esperina, la madre di questo duo, costretta da un principio di Alzheimer ad una vita senza ricordi. Con una scrittura densa, a tratti teatrale e a tratti poetica, Donatella Di Pietrantonio, affronta temi delicati senza drammi. Una lettura intensa, rude ed elegante allo stesso tempo, in cui tempo e spazio danzano tra le pagine concretizzandosi quali reali personaggi del racconto.
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