Recensioni L'è minga semper festa

L'è minga semper festa di Carlo Finestra
L’Armando, l’Elvira, l’Annibale, la Carlina, alcuni dei personaggi di queste pagine, ci rendono partecipi dei loro guai che non sono solo meneghini, ma universali. Milanese è però il modo di affrontarli, di accettarli, di risolverli. Carlo Finestra (pseudonimo del giornalista milanese Camillo Brambilla) partecipa sentimentalmente, nel narrarli, ai casi dei suoi personaggi con sorridente pessimismo, o melanconico ottimismo, se così si preferisce. Raccontate nel dialetto della città del Porta, queste storie in realtà riflettono le piccole vicende umane che ci tormentano o ci rallegrano a ogni latitudine. Quello che cambia è il modo di affrontarle. Il milanese, negli affari e nella vita, è buon giocatore, vuole vincere, ma sa anche perdere: lotta e rischia fino all’ultimo, «se la va la gh’ha i gamb», anche se sa che è molto difficile riuscire. E quando va male può sorridere e dire: «L’è minga semper festa». Anche se sa che festa non è quasi mai.)
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