Dare sufficiente a questo libro forse è eccessivo, perché in fondo è scritto bene e certe parti le ho trovate molto piacevoli. Però a larghi tratti mi ha irritato: in particolare i soliloqui (sproloqui?) di Nagel; e la sua visione spezzettata della vita: il trionfo della vita individuale ed instintuale sulla vita fondata sulla ragione e la convivenza.
Misteri
Johan Nagel è uno strano giovane, personaggio istintivo e poco convenzionale decisamente fuori dall'ordinario, che arriva in una piccola città costiera norvegese per trascorrere l'estate. Impossibile per la gente locale farsi un'idea precisa di quest'uomo che sembra non parlare mai completamente sul serio, tantomeno di se stesso, mescolando in continuazione racconti fantastici e affermazioni contraddittorie, in cui il falso e il vero sembrano danzare e mescolarsi in maniera inscindibile. Nagel sembra infatti vivere in un mondo a parte, dove infuria la battaglia costante tra il proprio istinto sfrenato e un mondo esterno basato sul rispetto di convenzioni rigide che egli non è disposto, o non è in grado di accettare. Durante il soggiorno estivo la sua presenza e il suo sguardo spesso brutale verso la natura umana, agiranno come un catalizzatore, liberando gli impulsi nascosti, i pensieri reconditi, i desideri repressi e gli istinti più oscuri degli abitanti del villaggio. Arrogante, depravato e incapace di comprendere l'animo umano, in particolare il suo, Nagel può prevedere, ma non può impedire, la sua auto-distruzione, che lo trascina in una spirale di incoerenza e delirio il cui atto finale non può che essere l'uscita da questo mondo, inadatto a contenere il suo tormento.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2015
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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LakesMeadow 07 marzo 2022
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MARILENA CAPPIELLO 10 maggio 2018
Si può fare una recensione su un libro che non dice niente? A un quarto di libro già odiavo Nagel, girovago che si ferma in un paesino sperduto, e tutti i giri, fisici e mentali, che fa. Sono Nagel, ho soldi da buttare, forse voglio suicidarmi, ma aspetta prima mi innamoro di una sciaquetta, ah aspetta prima faccio il buon samaritano, ah aspetta non riesco a suicidarmi, oh che bello sono morto! Siii che bello sei morto! Se non ti faceva morire Hamsun, lo facevo io! Se l'obiettivo di Hamsun era quello di lasciar interdetto il lettore, bravo ci è riuscito; se l'obiettivo era quello di far leggere anche altri suoi libri, bravo non ci sei riuscito. Ero ispirata da "Pan" e da "Sognatori" ma li ho appena tolti dalla lista! Poi scopro pure che è stato un filonazista e goodbye!
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Giuseppina Della Corte 18 dicembre 2017
Lo stile è simile a quello di Kafka e la trama ricorda vagamente "Il castello", anche se in realtà Hamsun è antecedente a Kafka e dunque è quest'ultimo che ha tratto ispirazione. L'alunno supererà il maestro... A parte questo non ho niente da dire sul libro, non ha difetti.
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