Il mondo: una bella prigione? Riflessioni geografiche
"È sufficiente dire che la geografia umana studia l'uomo sulla Terra?", si chiedeva Paul Claval nel 1964. Esiste una geografia non umana? Si chiede l'autrice di questo libro. Il mondo: una bella prigione va oltre lo studio dei fenomeni fisici. E quelli più recenti della geografia tout court. "Il mondo: una bella prigione" assume che senza l'uomo la terra non avrebbe interpreti. E senza la terra, l'uomo non avrebbe un ruolo. "Il mondo: una bella prigione" offre un assetto multidisciplinare: e la geografia, innervata nella epistemologia delle conoscenze socio-economiche, attraverso l'ambiente genera sintesi. Plurali e multiformi. Perché la sola geografia descrive. La sola storia narra. La sola fisica spiega. Il solo diritto norma. E descrizione, narrazione, spiegazione e normazione fecondano e si sviluppano in comportamenti. Ma solo dopo: quando occorre organizzare, gestire, amministrare, decidere. Integrando. Perché ciascuna disciplina deve dialogare con le altre. Validando: ben oltre le (pur) agevoli visioni binarie e lineari del mondo.
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Anno edizione:2018
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In commercio dal:1 gennaio 2018
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