Le montagne della follia di H.P. Lovecraft, edito da New Compton Editori, è un capolavoro dell’horror cosmico che rivela il genio visionario e lo studio profondo dell’autore. La spedizione scientifica in un’Antartide ostile, svela rovine aliene e creature spaventose, descritte con una vividezza tale, da trasportare il lettore tra ghiacci e corridoi alieni, come se fosse parte dell’esplorazione. Personalmente, sono convinta che i mondi descritti – intatti e preservati dalle temperature gelide dell’Antartide – non siano solo fantasia, ma riflettano possibilità reali, quasi profetiche. Basti pensare alle scoperte storiche come i fossili giurassici di piante e scheletri di pinguini giganti trovati nel 1902-03 da Otto Nordenskjöld, o i resti di Glossopteris e Vertebraria dalla spedizione di Scott nel 1912, che dimostrarono un clima tropicale passato e supportarono la deriva dei continenti di Wegener – echi inquietanti delle visioni lovecraftiane. In appena 120 pagine, leggibili in un paio di giorni per il ritmo incalzante e la brevità, il libro incanta ed inquieta, lasciando un senso di meraviglia e terrore. È una lettura imperdibile per chi ama il mistero e l’orrore che sfida l’immaginazione.
