947. Gli Ebrei in Palestina sono stretti fra gli Inglesi, forza occupante, che forse si ritirano e i paesi arabi che forse li stritolano. Sotto una quiete apparente, gli Ebrei cercano freneticamente di organizzarsi, cercano rassicurazioni ufficiali presso il comando inglese, cercano di mettere da parte cibo, di procurarsi armi, di preparare esplosivi a partire da materiali facilmente reperibili. I tre racconti si svolgono a Gerusalemme fra la stessa gente, la scena si sposta di poco, da una casa a quella accanto, eppure la molteplicità delle vite che si agitano in quello spazio è abbagliante: donne, uomini, vecchi e bambini provenienti da Austria, Polonia, Lituania, appartenenti a ceti diversi, con vite agiate da rimpiangere o presente pragmatico costruito giorno per giorno. Colpiscono i bambini, fra angoscia, eccitazione e incoscienza. Il racconto che mi è piaciuto di più è l'ultimo, un uomo scrive lettere all'amata partita per gli Stati Uniti e racconta di sé e degli avvenimenti: un racconto trasparente, perchè quelle lettere probabilmente non le spedirà mai. Non è il libro che preferisco di Amos Oz, ma è bravissimo a raccontare lo stato d'animo della gente in un momento molto particolare che poteva evolvere in tragedia: la frenesia della gente si sente palpitare come una gabbia di uccelli impazziti
Il monte del cattivo consiglio
Gerusalemme alla vigilia di quel fatidico 1948 che segnò la nascita dello stato ebraico è la vera protagonista di queste tre novelle racchiuse sotto il titolo de Il monte del Cattivo Consiglio e unite da un sapiente filo conduttore.Oz evoca qui, infatti, l'atmosfera tutta particolare che animava la città ebraica in quel periodo, e la narra attraverso lo sguardo di sé bambino, incarnato in diversi personaggi. Nella prima novella, che dà il titolo al libro, c'è una piccola famiglia gerosolimitana, con un bambino timido, un padre veterinario e una madre enigmatica che alla fine abbandonerà tutti e tutto. Uri, il protagonista della seconda novella, Il signor Levi, si guarda intorno nel suo colorito quartiere popolato di personaggi strani, a volte misteriosi. La guerra d'indipendenza è alle porte. Questo lo sa anche il dottor Emanuel Nussbaum, che in Nostalgia scrive lunghe e struggenti lettere a Mina, una donna che ha molto amato. Lui è malato, sa che vedrà solo una piccola porzione di futuro. Intanto le racconta il presente convulso, trepidante e pure carico di malinconia che Gerusalemme viveva in quei giorni.
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Pagine:0
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Lingua:Italiano
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SERGIO CORTI 20 maggio 2018
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