Morire è un'arte. Sylvia Plath e Anne Sexton
«Due grandi figure della cultura del Novecento, due poetesse che ne hanno tracciato linee indelebili nella storia, due esempi di vitalità e luce come Sylvia Plath (1932-1963) e Anne Sexton (1928-1974). Eppure, per quanto tanto diverse l’una dall’altra, entrambe sempre segnate internamente da un profondo e misterioso, ossessivo, messaggio personale di morte. Attorno a loro personaggi maschili imponenti, come Ted Hughes o George Starbuck, che le chiamava le “sweet ladies”, o un altro grande come Robert Lowell, il capostipite, come ci ricorda l’autrice di questo libro, della cosiddetta poesia “confessional” e che nelle sue parole ne ripropone le immagini inquietanti e complesse. Entrambe, in momenti diversi, a distanza di dieci anni o poco più una dall’altra, sceglieranno lo stesso destino, “una morte dolce e silenziosa, una morte ‘femminile’”, come scrive in queste densissime pagine Lucilla Micacchi». (Dalla Prefazione di Maurizio Cucchi)
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Anno edizione:2022
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