Morte apparente

Ambientato in una Oslo moderna e non stereotipata, il libro mescola un giallo interessante ad una storia personale (di un uomo che ha perso il figlio in un incendio), che induce a tante riflessioni sulla vita, sulle emozioni e sul rapporto tra genitori e figli. Consigliato!

Una capitale scandinava ordinata e apparentemente sicura, un tenace giornalista di cronaca nera e una studentessa universitaria promettente sceneggiatrice: questi i protagonisti principali dell’esordio letterario di Thomas Enger, giovane e talentuoso giornalista norvegese, compositore e ora anche scrittore. In Morte Apparente introduce uno dei personaggi più interessanti della letteratura nordica degli ultimi anni, Henning Juul che, segnato da un misterioso incendio in cui ha perso l’unico e amatissimo figlio, cerca a fatica di tornare a vivere portando sul volto i segni del fuoco e nell’anima il gelo causato dalla tragica perdita. Il rientro al lavoro nella redazione della testata web non è semplice e da cronista inizialmente impacciato, poco a poco Juul si trasforma in un segugio che fiuta la pista giusta. Un terribile omicidio scuote la città e solleva il tema della difficile coesistenza di etnie e culture diverse. Guidato da un infallibile intuito - e anche dall’olfatto, a giudicare dalla rara sensibilità verso odori e profumi che si rivelerà utile all’indagine - e supportato dall’aiuto di un anonimo informatore, il nostro eroe ci accompagna verso la verità. Come in un film d’azione si muove deciso entro i confini di Oslo, trascinato dalla trama avvincente che si sviluppa su più piani narrativi snodandosi con ritmo sincopato e repentini cambi di scena. La storia reclama un seguito e l’autore ha già svelato che il suo personaggio soffrirà in altre cinque avventure.