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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
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La versione Deluxe contiene i 12 brani della versione standard, più 4 BONUS TRACK: versioni live (registrate al Flynn Center e al Festival di Newport) di Carry On, Flipside, Peace e I Don’t Know Why.
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E' cosa nota che con questo suo nuovo lavoro Norah Jones torni al sound con la quale tutti l'abbiamo conosciuta ormai quasi 15 anni fa; chi la segue da allora ricorderà che i suoi due primi album, Come Away With Me e Not Too Late, erano prettamente di stampo pop-jazz; nei successivi lavori la cantante si era man mano distaccata da questo sound, adottando man mano delle sonorità più contaminate, fino ad arrivare a Little Broken Hearts del 2012, prodotto da Danger Mouse e incredibilmente tendente all'indie rock (che personalmente ho comunque apprezzato moltissimo). Day Breaks dovrebbe quindi essere un vero e proprio "ritorno alle origini", ovvero alle sonorità pop-jazz di cui sopra... e invece, sorpresa. Day breaks è stavolta molto più tendente al Jazz puro, quello che evoca locali fumosi e atmosfere nebbiose, con testi essenziali e malinconici. Norah si dimostra abile e matura al pianoforte, e la sua voce passa con disinvoltura da atmosfere sensuali (Burn, la opening track) a brani più arguti e scanzonati (Flipside, Once I had a laugh), ma si dimostra assolutamente in grado di sostenere semi-strumentali come la cover di Duke Ellington Fleurette Africaine, anche grazie a collaborazioni eccellenti come il sassofonista Wayne Shorter e il bassista John Patitucci. La Norah "di una volta" si riconosce senza problemi nel singolo Carry On e in Tragedy, mentre su tutte spicca in assoluto la cover di Neil Young Don't be Denied, potente, accattivante e ricca di sfumature. Day breaks piacerà quindi a chi segue Norah, ma stavolta anche a chi detraeva la cantante definendo il suo un cheap jazz da quattro soldi; in ogni caso è un cd talmente d'atmosfera che una volta terminato lo si vorrà riascoltare da capo, e ancora e ancora.
Recensioni
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