Giovanni Pascoli (1855-1912). Studia con spensieratezza fino al 10 agosto 1867, giorno in cui il padre viene barbaramente assassinato. L'anno dopo muoiono la madre e la sorella ed in seguito il fratello Giacomo. Questi lutti segnano non solo la vita del poeta ma anche la sua produzione poetica, infatti i suoi componimenti sono intrisi di dolore e c'è il tema del ricordo, della memoria con cui cerca di far ritorno al nido, in quanto il nido può essere ricostruito solo nel passato(poeta regressivo) . La sua è una poetica del sublime dal basso ovvero celebra le cose piccole, umili, del quotidiano ed è per questo che troviamo anche il fonosimbolismo. In Pascoli c'è un'utopia contadina perché il poeta pensa che tutti potrebbero vivere meglio se ognuno avesse il proprio pezzo di terra. Le Myricae inizia a scriverle negli anni in cui è ancora studente universitario fino alla sua morte. Il termine Myricae viene preso dal IV libro delle Bucoliche di Virgilio e significa tamerici (al lettore dice attraverso il titolo che gli aspettano cose umili). Temi: la morte della famiglia ; il nido inteso sia come casa che come natura; la memoria; la natura benigna in contrapposizione con quella maligna di Leopardi; esaltazione della vita contadina; violazione del nido e presenza delle piccole cose. A parer mio, la poesia più è anche quella più straziante ovvero X agosto. Questo componimento rievoca la morte del padre. La notte di San Lorenzo, quando cadono più stelle (evento astronomico) viene presa in considerazione dal poeta per dire che anche il cielo piange la morte del padre. Questa morte viene paragonata a quella della rondine che sta facendo ritorno al nido per fare mangiare i suoi piccoli, dando loro l' insetto che ha nel becco. Per queste due morti non c'è spiegazione ed il cielo ha visto tutto. Il numero romano X non è stato scelto a caso dal poeta in quanto doveva avere ed ha una parentesi puramente cristologica.
Myricae
Con il suo straordinario intreccio fra novità e tradizione "Myricae" costituisce uno snodo cruciale del tumultuoso passaggio tra Otto e Novecento. Viene qui riproposta in un'edizione commentata, che ne illumina la complessità tematica e la ricchezza linguistica. Da sempre amate per la capacità di dischiudere il valore più nascosto e profondo degli oggetti e delle esperienze quotidiane, le poesie della raccolta acquistano nuova luce grazie agli strumenti offerti nell'edizione curata da Gianfranca Lavezzi: una limpida introduzione che ripercorre genesi e significati dell'opera; un apparato di note puntuale nell'individuare fonti e peculiarità metriche e stilistiche e ricco di dati nuovi; un'appendice iconografica che, in forma di piccolo "atlante botanico", guida il lettore tra i fiori sbocciati nelle poesie di "Myricae".
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Anno edizione:2015
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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MarioM35 12 dicembre 2024Pascoli e la poetica del sublime dal basso.
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Martina 19 maggio 2023
Bellissimo
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Francesco Mantovani 21 dicembre 2022
Libro fantastico sia per quanto riguarda gli scritti del gradissimo Pascoli che per chi se ne preso cura con spiegazioni dettagliate
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