E' ormai il caso di smettere di etichettare Rokia Traoré come una "giovane promessa". La cantante e chitarrista maliana è, a tutti gli effetti, una stella di prima grandezza nel panorama della rock music africana. Uso volutamente il termine "rock", perché penso che questa sia la cifra stilistica della nostra: alla sua musica starebbe stretto il solo aggettivo "africana" (al massimo proprio "maliana", perché gli echi della musica tradizionale del Mali in effetti ci sono, eccome) e men che meno adatto sarebbe il generico termine "world" con cui si liquida tutto ciò che non è anglo-americano. In realtà, qui - come già nei precedenti "Tchamantché" e "Beautiful Africa" - c'è dell'ottimo rock contemporaneo africano, con sane schitarrate che si aprono sul cantato di Rokia. Che in fondo è, in effetti, una "cantautrice rock". Il suono è senz'altro di grande livello, si sente la mano di un produttore esperto come John Parish (PJ Harvey, Eels, Giant Sand e altri) che presta anche la chitarra e la batteria per qualche brano. così come John Paul Jones e Reggie Washington al basso in un paio di brani. Buone tutte le canzoni scritte dalla Traorè, ma inevitabilmente resta nelle orecchie una struggente e perfetta cover di "Strange Fruit", la canzone-simbolo di Billie Holiday, che Rokia canta con la stessa bravura e passione. Ottima anche la confezione, con tutti i testi riportati nel libretto del cd.
